Fisco, Meloni: "Aiutiamo gli onesti". Il piano del governo per il ceto medio

Il presidente del Consiglio rilancia la sfida sul Fisco e sottolinea: "Niente favori ai furbi, ma non si soffocano i cittadini onesti"

Fisco, Meloni: "Aiutiamo gli onesti". Il piano del governo per il ceto medio

Niente amici a quali fare favori se non gli italiani onesti che pagano le tasse e contribuiscono al bilancio pubblico, "anche quando non riescono a pagare ma che vogliono farlo". Il messaggio lanciato da Giorgia è molto semplice è altrettanto chiaro a propositi della riforma fiscale messa in piedi dal suo governo: "Non c'è spazio per chi vuole fare il furbo, ma chi è onesto ed è in difficoltà merita di essere aiutato". Il presidente del Consiglio interviene al convegno sul fisco organizzato alla Camera dei Deputati ("La riforma fiscale, attuazione e prospettive") e sottolinea che quella sull'erario, è "una riforma che ha l'obiettivo di disegnare una nuova idea di Italia più vicina alle esigenze dei contribuenti" e delle "aziende".

La premier dipinge un quadro a sostegno del ceto medio respinge le accuse rivolte all'esecutivo secondo cui il centrodestra vorrebbe "aiutare gli evasori", "allentare le maglie fisco" e nascondere "condoni immaginari". La risposta è nei numeri: con il 2023 che è stato "l'anno record nella lotta all'evasione fiscale con, 24,7 miliardi" allo Stato, "4,5 miliardi e mezzo in più dell'anno precedente". Sotto questo punto di vista, Meloni punta a raggiungere una "riduzione generalizzata della pressione fiscale" e, insieme agli altri ministri e sottosegretari, sta dando una "una rapida attuazione" alla legge delega: "In sette mesi abbiamo varato ben dieci decreti attuativi", ricorda. Niente interventi spot, quindi, ma una "riforma del fisco organica".

Meloni cita una famosa (e alquanto infelice) frase pronunciata circa 17 anni fa dall'allora ministro dell'Economia del governo Prodi 2, Tommaso Padoa-Schioppa, per affermare invece: "Non penso e non dirò mai che le tasse sono una cosa bellissima", sottolinea. Semmai sono bellissime "le libere donazioni non i prelievi imposti per legge". Per questo c'è "una grande responsabilità" nel "gestire quelle risorse che non possono essere usate in modo irresponsabile per garantirsi facile consenso immediato e lasciare a chi viene dopo a ripagare quella irresponsabilità".

Come aveva già spiegato ieri in occasione dell'incontro istituzionale in Trentino, il capo del governo conferma che la riforma fiscale messa in piedi da Palazzo Chigi è lo strumento con cui "lo Stato raccoglie le risorse necessarie ad erogare i servizi e a rendere la società più equa". Bisogna infatti mettere in conto che un sistema fiscale"non nasce per soffocare la società", ma piuttosto "per aiutarla a prosperare, non è uno strumento con cui lo Stato si impone sul cittadino ma è uno degli strumenti per dare risposte". Questo meccanismo "non deve opprimere le famiglie con norme astruse e un livello di tassazione ingiuste", bensì "chiedere il giusto e sapere usare ciò che chiede ai cittadini con lo stesso criterio che seguirebbe un buon padre di famiglia".

Giorgetti: "Riforma fiscale a tempo record"

Al medesimo convegno ha partecipato anche il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti: "È stata un'impresa eccezionale l'approvazione a tempo record della legge delega" sulla riforma fiscale. Un successo particolarmente caro all'esponente di governo "perché chi mi conosce sa che per me la politica significa soprattutto decidere e nei tempi moderni l'incapacità di decidere, sia a livello nazionale che internazionale soprattutto europeo, è un fatto di cui dobbiamo dare atto a governo e Parlamento". Secondo il ministro la riforma fiscale verrà "valutata per gli effetti che avrà nel tempo", ma non si può non dire che i primi moduli di applicazione abbiano "prodotto esattamente il nostro obiettivo di andare incontro alle famiglie restituendo potere d'acquisto e impostare un lavoro verso le imprese, premiando quelle che danno lavoro e investono su settori produttivi e sul futuro e più in generale chi investe, rischia e lavora".

Leo: "Nessun condono"

Il sottosegretario all'Economia Leo, che ha sempre seguito fin da subito questa importantissima pratica del governo precisa che il centrodestra è intervenuto "sui redditi medio bassi, ma ora dobbiamo occuparci del ceto medio": chi guadagna 55mila euro "non può essere considerato super ricco e questi soggetti oggi pagano oltre 50% di tasse", ha osservato, aggiungendo che il governo intende "trovare le risorse" per questo intervento. A chi sostiene che si stanno facendo condoni", Leo risponde: "Tutt'altro. Oggi l'Agenzia delle Entrate un magazzino di 1.206 miliardi, noi dobbiamo fare un'operazione verità". La lotta all'evasione "per noi è fondamentale, abbiamo un tax gap che arriva fino a 100 miliardi ogni anno", ricorda.

Se non si riesce a riscuotere si dovranno prendere delle decisioni: "Ce lo dirà la commissione, perché se abbiamo cartelle del 2000 che non riusciamo a riscuotere qualcosa dobbiamo fare - fa notare il sottosegretario -. Così come vogliamo tendere la mano al contribuente onesto in difficoltà, gli diamo un pò più di tempo per pagare. Questo ci ha premiato perché con la rottamazione quater portiamo nelle casse 6,8 miliardi".

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