"Non può parlare solo di diritti". Mal di pancia nel Pd: bufera sulla linea Schlein

Zanda critica la nuova versione "movimentista" del Partito democratico targato Schlein. E Marcucci accusa: "Vogliono rifare i Ds ma senza nobiltà"

"Non può parlare solo di diritti". Mal di pancia nel Pd: bufera sulla linea Schlein

Da un mese a questa parte, il nuovo Partito democratico firmato Elly Schlein, ha abbandonato la cosiddetta vocazione maggioritaria per scendere in piazza e abbracciare le battaglie minoritarie. L’obiettivo, più o meno convincente, è quello di rappresentare una somma di minoranze e sfidare così l’esecutivo di Giorgia Meloni. Se sul piano numerico il piano Schlein è quasi impossibile, a livello politico sarebbe un errore da matita blu. La nuova versione “movimentista” e minoritaria del Pd non convince affatto uno dei fondatori del partito, Luigi Zanda.

Zanda e Marcucci attaccano la Schlein

“Un partito come il nostro non può parlare solo di diritti”. Le parole dell’ex senatore dem, Luigi Zanda, raggiunto da La Stampa, suonano come un monito alla nuova segretaria. Le prime battaglie dell’era Schlein, a ben vedere, rispecchiano la nuova natura movimentista del Partito democratico. Lotta al fascismo immaginario dalla piazza di Firenze, difesa dei diritti Lgbtq e famiglie arcobaleno dal centro di Milano e attacchi indiscriminati alla politica migratoria del governo Meloni. Una somma di battaglie minoritarie che svelano molto sulla guida e sulla figura della neo segretaria ma ci dicono ben poco sul progetto che ha in mente Schlein per la Penisola.

“Credo – aggiunge l’ex senatore – che sia molto rischiosa la tentazione di scivolare verso una ‘forma movimento’. I movimenti sono organizzazioni molto superficiali come pensiero, il dibattito è molto scarso, si preferisce il consenso acritico nei confronti del leader”. Luigi Zanda che, a dire il vero, non ha mai avuto grande stima nei confronti di Schlein, riesce a mettere in fila tutti gli ostacoli che il suo nuovo Pd si troverà a fronteggiare. Le battaglie minoritarie che ha intrapreso Schlein, senza un visone politica d’insieme, difficilmente potranno giovare al partito e alle future chances di vittoria. “Penso – aggiunge Zanda – che sia molto importante difendere la natura di partito politico del Pd. Elly Schlein ha rimesso in moto il Pd ma ora è il tempo di chiarire la visione del partito su economia, crescita e lavoro. Insomma, mancano le policies: la visione del Paese, i progetti economici, l’idea di crescita, la posizione internazionale e molto altro ancora.

A rincarare la dose delle critiche nei confronti della giovane segretaria ci pensa Andrea Marcucci, ex capogruppo del Pd al Senato e membro di Base Riformista. Incalzato da Repubblica, Marcucci attacca frontalmente Elly Schlein e la sua nuova squadra: "La strategia di Schlein - sostiene l'ex senatore - è chiara: far fuori l'area riformista, i liberal democratici". Nella logica di rifare i Democratici di Sinistra, ma "senza la nobiltà dei Ds". Un obiettivo che, secondo il punto di vista di Marcucci, segnerebbe una sconfitta totale per "l'area riformista" bonacciniana e consegnerebbe il partito nelle mani della "linea Bettini". Tradotto: una "virata decisa a sinistra, per fare concorrenza al Movimento 5 Stelle".

Tutti i silenzi della Schlein

Le mancanze della Schlein sono tutte di natura politica. Se da un lato il governo di centro destra ha impostato una chiara idea di riforma fiscale, dall’altro Schlein si è esposta poco sulla nuova politica economica del Pd. Su questi grandi temi, aggiunge Zanda, “finora abbiamo ascoltato l’enunciazione del problema ma non le soluzioni”. Stesso identico problema sulla posizione internazionale del Partito democratico. Sull’Ucraina Elly Schlein ha alternato momenti di continuità con l’atlantismo di Enrico Letta a momenti di pura ambiguità. A questa lista va aggiunta sicuramente una delle questioni del secolo, l’immigrazione irregolare.

La politica dei porti aperti e dell’accoglienza indiscriminata è bella a parole, molto meno nei fatti.

È necessario – sottolinea Zanda –dire cosa esattamente si intende per accoglienza e integrazione, parole che vanno declinate. Dobbiamo accogliere i migranti e integrarli. Ma come? In che misura? Con quali mezzi?”. Tutte domande alle quali, vacanza di Pasqua permettendo, Elly Schlein dovrà necessariamente rispondere.

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