"Siamo danneggiati". Ora il Pd frigna sul Qatargate

Il Partito democratico prova a uscire dall'imbarazzo: in caso di processo è pronto a costituirsi parte civile. Ma resta la solita doppia morale

"Siamo danneggiati". Ora il Pd frigna sul Qatargate

Il cosiddetto Qatargate ha provocato una situazione di forte imbarazzo per la sinistra. L'ennesima, visto che di recente è stata già colpita dal caso Aboubakar Soumahoro che ha fatto crollare una per una tutte le lezioni teoriche che per anni ha impartito dall'alto della sua presunta superiorità morale. Il tutto ha lasciato spazio alla soggezione. Adesso il Partito democratico prova a correggere il tiro per tentare di uscire dall'impaccio, ma la solita doppia morale resta agli atti.

La mossa del Pd

Vanno avanti le indagini sull'ipotetica rete di corruzione che avrebbe coinvolto il Parlamento europeo. Gli ultimi sviluppi hanno visto finire nel mirino diversi esponenti della sinistra. Su tutti spicca il nome di Antonio Panzeri, ex europarlamentare del Pd. Tra silenzi, distinguo e smemoratezze, gli imbarazzi del fronte rosso sul Qatargate sono sempre più evidenti. Il caso ha una portata enorme. Un terremoto che sta scuotendo le istituzioni europee e che ha fatto scattare panico e sgomento specialmente a sinistra.

In una nota il Pd si è definito "parte lesa" e ha annunciato la volontà di costituirsi "parte civile nel procedimento giudiziario in corso", avvertendo che verranno adottati "atteggiamenti inflessibili in linea con il nostro Statuto nei confronti di eventuali esponenti del Pd coinvolti".

L'imbarazzo della sinistra

Brando Benifei, capodelegazione del Pd al Parlamento europeo, si è detto "scioccato e deluso ma soprattutto furioso" per il presunto coinvolgimento di parlamentari e assistenti che per anni hanno frequentato le istituzioni dell'Ue. L'esponente dem ha rivendicato che qualunque tentativo di influenzare il Pd "è fallito e faremo in modo che continui così". Inoltre ha confermato che verrà valutata e presa "ogni iniziativa necessaria per far emergere la verità e garantire l'onorabilità del nostro lavoro e delle nostre battaglie".

A restare ben scolpita è la classica doppia morale della sinistra, al di là delle dichiarazioni di circostanza. Certamente le responsabilità penali sono personali, ma Matteo Renzi ha denunciato che in alcuni casi "c'è una sorta di doppia morale, di ipocrisia". Un contesto che "vale soprattutto a sinistra". Infatti il peso delle accuse è notevole quando una vicenda colpisce gli avversari; invece quando è la sinistra a essere al centro di uno scandalo si tende a circoscrivere il tutto.

"Quando le cose le fanno gli altri sono corrotti e pericolosi, se è in casa loro sono compagni che

sbagliano. Non va bene. I moralisti senza morale non hanno più futuro", ha ammonito Renzi. Anche in questo caso la galassia rossa ha dato prova sia della fragilità delle proprie convinzioni sia del solito doppiopesismo.

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