Romano Prodi punge il Partito Democratico. Dopo la dolorosa scomparsa della moglie, l'ex presidente del Consiglio torna a parlare per la prima volta in pubblico, ringraziando gli organizzatori della "Energia popolare" a Cesena per averlo invitato alla kermesse che riunisce in questo finesettimana la minoranza del Pd guidata da Stefano Bonaccini. Il Professore redarguisce il movimento politico per avere perso la metà dei suoi elettori dal 2008 a oggi: "Non è senza colpe", dichiara. Visti tutti i fallimenti ai quali sono andati incontro, per i dem adesso "è necessario guardare nel lungo periodo e ricominciare a parlare con tutti gli italiani, affrontando le cause del declino e affrontando il cammino per la rinascita. Non possiamo continuare a essere partito rassegnato in un Paese rassegnato", è l'incitamento di Prodi. Sottile ma efficacie la critica a Enrico Letta e al suo bus elettrico su cui viaggiava in campagna elettorale per le ultime Politiche: "Oggi il pullman non basta, oggi nessuno si fermerebbe alle sue fermate".
Prodi mette nel mirino la Schlein
Le sue critiche non sono tuttavia rivolte agli errori del passato, ma anche alla gestione presente di Elly Schlein, per la quale pure Romano Prodi non aveva nascosto il proprio appoggio: Pur elogiando l'idea del salario minimo, Prodi sostiene che "le alleanze vanno assolutamente costruite, ma devono fondarsi sull'idea condivisa dell'Italia e del suo futuro". Senza dimenticarsi di un "popolo che non trova casa e non l'ha trovata neanche nel Pd, che in quindici anni ha perso 6 milioni di elettori: questo deve farci pensare a come costruire la casa degli italiani". Insomma: basta guardarsi allo specchio e parlare solo a se stessi, come la nuova segretaria tende troppo spesso a fare: "L'Italia produce grandi talenti intellettuali in tutti i campi, la maggior parte dei quali non riesce a dialogare con il mondo politico. Bisogna tornare a dialogare con i corpi intermedi".
E basta anche con la follia che ha accompagnato l'idea di partecipare a tutti gli ultimi governi nazionali senza vincere una sola elezione: "Sono prevalse le esigenze delle alleanze temporanee anche per equilibri di potere" dove si aveva pensato solo "a interessi di breve periodo, la riforma elettorale, la riforma della Rai, alcuni cambiamenti costituzionali imprudenti". Questo perché il Partito Democratico ha "smesso di riflettere sull'idea di Paese che vogliamo costruire, non ci pensiamo più".
Le critiche all'Ue
Infine, un commento amaro sull'Unione Europea di cui è stato presidente della Commissione una ventina di annni fa: "Abbiamo una Ue sbandata. Lo dico con una forte sofferenza. Abbiamo una forte alleanza con gli Stati Uniti, ma abbiamo difficoltà in una politica unitaria e una forte potenzialità inespressa", mentre si delinea "un confronto tra Cina e Usa che si stanno confrontando per qualcosa di più profondo rispetto al piano militare". Il ruolo della Comunità dovrebbe essere quello di "alleato fedele degli Stati Uniti, ma capace di elaborare una politica unitaria per difendere i propri obiettivi e i propri interessi".
Schlein perde il suo "padre nobile"
E dire che l'ex capo del governo non è assolutamente un nemico della Schlein, anzi. Amici di famiglia da molto tempo, lei lo aveva sostenuto scendendo in piazza nel 2013 quando la candidatura di Prodi a Presidente della Repubblica venne affossata dai 101 (e anche più) franchi tiratori e lui aveva in qualche modo ricambiato con l'endorsment alla guida del Pd in occasione delle ultime primarie contro Bonaccini.
Sicuramente il suo intervento ha lo scopo di spronare di più la segretaria più che affossarla: certo che, dopo appena cinque mesi di leadership, sorprende decisamente questo intervento pubblico del Professore: in più, fatto a casa dell'avversario della Schlein.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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