Roma - Per Augusto Minzolini, "nel nostro
sistema giudiziario c’è qualcosa di sbagliato". Questo, ha
detto il direttore del Tg1 in un editoriale nell’edizione delle
ore 20, "è un dato di fatto. Lo si può dire in tanti modi, ma
la cosa importante è che le polemiche di questi giorni sulle
forme non facciano dimenticare la sostanza di questi problemi
che impediscono al Paese di modernizzarsi e di guardare avanti,
a partire dalla riforma della giustizia". L’editoriale di Minzolini è partito
dalla ricostruzione della vicenda Spatuzza-Graviano. "Una
settimana fa un presunto pentito della mafia, pluriomicida e
stragista, Gaspare Spatuzza", ha ricordato, "in un tribunale di
questo paese, davanti alle telecamere di tutto il mondo, ha
raccontato che i suoi capi gli avevano confidato di essere in
rapporti con il premier Berlusconi e con il senatore Dell’Utri.
Una deposizione trasmessa in mondovisione senza riscontri".
Il fascino mediatico E una settimana dopo, ha proseguito, "uno dei capi di
Spatuzza, Filippo Graviano, lo ha smentito in un’altra aula sdi
tribunale dichiarando che ha raccontato solo balle o, con un
vocabolo ormai di moda, ’minchiate".
Eppure, ha ricordato, "per sette giorni quelle balle sono
andate in giro e hanno danneggiato l’immagine del presidente
del Consiglio e di conseguenza l’immagine dell’Italia". "Si poteva evitare?", si è chiesto Minzolini, "forse sì.
Se si fosse seguita alla lettera l’attuale legge sui pentiti
quella deposizione di Spatuzza non sarebbe neppure stata
ammessa in un processo. Ancora una volta invece il fascino
mediatico dei teoremi ha avuto la meglio sui dati di fatto. E a
chi sparava fino all’altro ieri con la lupara è stato permesso
di sparare con le deposizioni".
È già accaduto in passato, ha ricordato Minzolini citando
il caso di Andreotti e "la leggenda del bacio con Riina" e "anche in quell’occasione fu danneggiato anche il Paese".
Dunque "il caso Spatuzza è l’ultima prova, ma l’elenco è
infinito".
Gentiloni: "Testata militante" "Minzolini continua a scambiare il Tg1,
che è sempre stato un Tg istituzionale, per una testata
militante. Tutti i suoi editoriali sono destinati a difendere a
spada tratta Berlusconi, oggi sui temi della mafia, ieri sulla
manifestazione per la libertà di stampa o sul caso delle
escort a Palazzo Grazioli". Lo afferma Paolo Gentiloni, del Pd,
a commento dell’editoriale di questa sera del direttore della
testata della rete ammiraglia Rai. "Evidentemente - aggiunge
Gentiloni - non si è accorto di essere il direttore del
maggiore telegiornale del servizio pubblico: crede di essere
alla guida del Giornale o di Libero. Lo informiamo che la Rai
non è ancora di proprietà di Berlusconi o dei suoi amici".
Cicchitto: "Vogliono imbavagliarlo" "I paladini della libertà di stampa del centro-sinistra vogliono imbavagliare Minzolini. Ad essi va bene solo un’informazione al loro servizio". Lo dice Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.
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