Medicina, Chimica ed ingegneria le lauree giuste per trovare lavoro

Le discipline scientifiche, in particolare la facoltà di Chimica e quella di Medicina, garantiscono sbocchi professionali certi e più rapidi rispetto alle discipline umanistiche.Lo rivela lo studio di Assolombarda e Federchimica, presentato durante gli incontri Orientagiovani di Confindustria

Piccoli chimici crescono. Non soltanto trovano lavoro ma anche a tempo indeterminato. É uno studio messo a punto da Assolomarda e Federchimica e presentato durante gli incontri di Orientagiovani di Confindustria a confermare che sono le discipline scientifiche ed in particolare la chimica a garantire sbocchi professionali certi e rapidi.
Tra i laureati in Chimica il 90 per cento trova lavoro entro 3 anni e nel proprio settore. Non solo. Il 95 per cento dei chimici ha un contratto a tempo indeterminato. Tra le facoltà che permettono di trovare lavoro più facilmente anche Medicina, con il 95,8 per cento dei laureati che lavora entro 3 anni nel settore per il quale ha studiato. Bene anche Ingegneria con il 95,6 per cento degli occupati però soltanto l'82,2 per cento svolge un lavoro nel settore per cui ha studiato. Architettura con il 91,5 per cento è ai primi posti ma soltanto il 79 per cento resta nel settore specifico per il quale si era preparato.
Il presidente di Federchimica, Cesare Puccioni, fa notare che «le persone che lavorano nel nostro settore non sono intercambiabili, occorrono professionalità specifiche con un livello più elevato della media». Ecco perchè il settore è in crescita. Anche la pensione per i chimici sembra garantita, con la previdenza integrativa dei chimici che ha una quota di 4 iscritti su 5. «Abbiamo livelli di stipendio più alti rispetto agli altri settori. -aggunge Puccioni- Anche perchè assumiamo più laureati, tre volte la media degli altri».
Gianfelice Rocca, vicepresidente di Confindustria, sottolinea come la chimica sia «uno dei più grandi settori industriali a livello mondiale e costituisca una base irrinunciabile per lo sviluppo economico del nostro Paese».

Una materia importante per la ricerca, anche se solo il 50 per cento degli studenti italiani hanno frequentato un corso di chimica contro il 67 per cento della media Ocse. Pochi gli studenti italiani ma buoni. Nei test internazionali di materie scientifiche il 79,4 per cento dei ragazzi italiani raggiunge la sufficienza contro una media Ocse dell'80 per cento.

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