Mihail Sebastian e la potenza dell'amore che annienta se stesso

Nel 1934 Mihail Sebastian terminò di scrivere il romanzo Da duemila anni, evocante la mancata integrazione degli ebrei nell'Europa dell'Est

Mihail Sebastian e la potenza dell'amore che annienta se stesso
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Ogni tanto in Italia si torna a discutere del risvolto di copertina con cui nel 1954 Elio Vittorini ironizzò su La malora di Fenoglio che lui stesso aveva accolto nella collana dei «Gettoni»: «Questi giovani scrittori dal piglio moderno e dalla lingua facile...». A uno dei massimi narratori rumeni è accaduto di peggio. Nel 1934 Mihail Sebastian (nella foto) terminò di scrivere il romanzo Da duemila anni, evocante la mancata integrazione degli ebrei nell'Europa dell'Est. Chiese la prefazione al suo mentore, Nae Ionescu, figura di spicco del panorama letterario. Ionescu accettò e scrisse la prefazione, ma ci mise dentro una mela avvelenata: svelò l'identità di Sebastian: «Ma quale Mihail, ma quale Sebastian: l'autore, in realtà, è il piccolo ebreo Iosif Hechter; non un essere umano di Bräila sul Danubio, ma un ebreo di Bräila sul Danubio». Con un folle gioco al rialzo, Sebastian fece stampare il romanzo con la prefazione. E dopo la sua morte gli eredi porranno il veto alla pubblicazione di quello che secondo molti (per esempio Philip Roth) è il suo capolavoro, il Diario, proprio per non aggravare la sua posizione.

Ricaviamo queste informazioni dalla nota con cui Raoul Precht, personalità cosmopolita di studioso, arricchisce la nuova edizione da lui curata del romanzo di Sebastian L'incidente (Bordeaux, pagg. 276, euro 20), ammaliante spaccato della Bucarest degli anni Trenta e della colta borghesia che l'animava. L'incidente è una storia d'amore mancata: quella fra Paul, avvocato incapace di accettare una reale vicinanza con il prossimo, e Ann, giovane pittrice la cui carriera folgorante è alla base di una separazione irrimediabile. Per esorcizzarla, Paul raggiungerà con un'altra donna, Nora, una località sciistica della Transilvania. I due si perderanno nello splendore delle montagne innevate, mentre aleggia il ricordo di Ann, e forse anche lei in persona. È Nora a suggerire il titolo del romanzo: Paul la soccorre dopo che un tram aveva rischiato di travolgerla.

L'incidente è il tipo di romanzo che mostra l'impossibilità di una relazione felice fra persone che, tuttavia, si amano. I personaggi hanno una vita interiore così esclusiva che preferiscono dichiarare i loro sentimenti attraverso tracce, residui, spie. Nel bagno di Nora, Paul lascia aperto il rubinetto ed esce senza salutare. Ann, che ha intrapreso una relazione con un architetto che le facilita la scalata al successo e la conduce in Belgio, si lascia dietro una scia di immagini esposte nella vetrina di un fotografo. Paul, approfittando di un cliente che lavora nel mondo del grande schermo, si fa proiettare il cinegiornale in cui Ann vestita di bianco riceve i complimenti della regina del Belgio. L'incidente, l'anello che non tiene, è dunque l'amore stesso, condannato allo scacco, tema caro a Sebastian.

Quando la ruota della Storia parve girare in suo favore, fu proprio un incidente a porre fine alla sua vita: fu travolto da un carro armato mentre si recava a tenere una conferenza nella Bucarest appena liberata dai sovietici. Segno che a volte la letteratura, con atroce ironia, fa inconsapevolmente della buona retorica, e anticipa il destino.

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