Milano Marittima, il romanzo della città giardino che compie cento anni

Un libro scritto dalla giornalista Letizia Magnani ripercorre il primo secolo di storia della frazione del comune di Cervia che, grazie alle idee visionarie di un pugno di imprenditori meneghini e al piano regolatore dell'artista Giuseppe Palanti, rappresenta forse il più compiuto esempio italiano di città giardino

C'è la Milano da bere e c'è quella da nuotare. A qualche centinaio di chilometri dal capoluogo lombardo. Parliamo di Milano Marittima, la località balneare della riviera romagnola che nacque un secolo fa dal sogno visionario di un gruppo di imprenditori meneghini, e che oggi è ancora la località più elegante di un territorio ad altra concentrazione turistica. L'evento fondativo di quella che è spesso abbreviata in Mi.Ma. è rievocata in un volume scritto dalla giornalista Letizia Magnani, Milano al Mare. Cento anni e il racconto di un sogno (Sbo edizioni, 252 pagine, 15 euro), con la prefazione del neosindaco di Milano Giuliano Pisapia e la postfazione di Vasco Errani, presidente della regione Emilia-Romagna.
Perché la storia di Milano Marittima è un piccolo romanzo a lieto fine. Erano i primi anni del Novecento quando il comune di Cervia, a cui Milano Marittima tuttora appartiene, affidò alla famiglia di imprenditori milanesi Maffei il compito di costruire villini, giardini e parchi un una vasta area a nord del porto canale di Cervia, con una sterminata pineta ricca di due milioni di piante e cavalli che vi galoppavano selvaggi. Ma a concretizzare questo iniziale progetto contribuì in modo decisivo nel 1911 Giuseppe Palanti, multiforme artista, celebrato pittore, disegnatore di cartelloni pubblicitari e tanto altro, che intravide le enormi potenzialità di sviluppo della località e fece una prima proposta di piano regolatore, in cui già emergeva il target aristocratico di Milano Marittima: un'autentica città-giardino, uno dei pochi esempi compiutamente realizzati in Italia. Qualcosa di davvero rivoluzionario perché «nessuno in Romagna - scrive Magnani - a quell'epoca, tanto meno gli amministratori, di radici contadine e comunque legate alla terra e alle saline, avrebbe pensato a un luogo progettato sul modello parigino (le rotonde, i larghi viali per le passeggiate) e su quello del falansterio, cioè della città giardino, anzi, ancora di più, del luogo della vacanza che sorge all'interno di quel giardino fantastico che era la pineta secolare».
Il 1° giugno 1911 può essere considerata la vera data di nascita di Mi.Ma. Quel giorno infatti venne costituita la Società Milano Marittima per lo sviluppo della spiaggia di Cervia, a cui pochi giorni dopo, il 6 giugno, Palanti cedette quanto acquistato dai Maffei. A fermare la crescita di Milano Marittima è la prima guerra mondiale, ma subito dopo riprende la realizzazione del sogno: nel 1921 si risolve anche il problema dell'acquisto degli arenili di proprietà demaniali, e nel 1924 alla Società Milano Marittima si affianza la Civam (Cooperativa italiana villini e alloggi e al mare e al monte), con sede a Milano, che ha lo scopo di mettere a disposizione dei soci, per lo più appartenenti alla classe media, ville e abitazioni al mare e in campagna a prezzi accessibili. La città si svilupperà su una serie di villine raffinate ma non troppo grandi, dotate di acqua potabile e circondati dalla pineta secolare.
Da allora la storia di Milano Marittima è quella di una località sempre sospesa tra mare e campagna, tra mondanità e riservatezza, tra luogo di villeggiatura e di vita. Tra i primi ammiratori di Mi.Ma. ci sono Grazia Deledda, Giovanni Guareschi e poi i poeti Mario Luzi e Giuseppe Ungaretti. Sono loro gli animatore della prima vita di Mi.Ma, che potremmo definire letteraria. Nel dopoguerra, negli anni del boom, arriveranno la vita notturna, gli eventi sportivi con il coinvolgimento di tanti volti noti, i grandi ristoranti, gli alberghi di lusso, l'inserimento di Mi.Ma, tra le località più in della villeggiatura di lusso in Italia.

«La storia di Milano Marittima in questi cento anni - scrive il sindaco di Cervia Roberto Zoffoli - è la storia del nostro Paese e il libro di Letizia Magnani ce la fa ripercorrere ed è un contributo importante per fissarla nella memoria collettiva».

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