"Ora sparate a Salvini". Quella minaccia choc contro il ministro

Le intimidazioni apparse in zona Ticinese a Milano: il motto era già stato scritto in passato. Salvini: "Non mi fermeranno"

"Ora sparate a Salvini". Quella minaccia choc contro il ministro

Ancora una minaccia. Ancora nel mirino Matteo Salvini. Questa volta la scritta è apparsa su un muro di zona Ticinese, a Milano. "Non sparate a salve, sparate a Salvini", recita il motto intimidatorio vergato sul cemento.

Non è la prima volta che questo ritornello viene dedicato al leader della Lega. È diventato una sorta di firma riptetuta: dal "mettete i fiori nei vostri cannoni" siamo passati a "sparate" a un ministro. Il salto è importante. E forse preoccupante.

Salvini dal canto suo dice di non temere queste ulteriori minacce. "Niente e nessuno mi spaventa o mi fermerà", dice il titolare del Viminale. Augurandosi però che "la condanna nei confronti di questi delinquenti sia unanime".

Arriverà? Difficile dirlo. Si schiereranno al fianco di Salvini i vari Saviano, Vauro e compagnia varia? Mistero. Intanto, però, mentre c'è chi lo definisce "nazista", "criminale" e "razzista", altri sporcano i muri con intimidazioni pesanti.

Ormai i casi si moltiplicano uno dopo l'altro. A dicembre qualcuno recapitò una lettera di minacce: "Ai (hai, ndr) 3 albanesi puntati su di te. Sarai giustiziato. Sei diventato un maiale frocio cornuto". Poco prima, a settembre, a Campagna qualcuno scrisse "stai attento" su una parete, corredando il tutto con teschi, pistole e proiettili. Durante una delle manifestazioni contro il leghista a novembre, alcune ragazze esposero sorridenti il seguente messaggio vergato su un cartello: "Il mio sogno nel cassetto non è stato rimosso, S**vini sappia che a piazzale Loreto c'è ancora posto!". E poi a Cagliari riempirono la città di sue fotografie nel mirino di un cecchino, a Cesano Bergamasco deturparono con insulti anche i bagni pubblici. Senza dimenticare il "Pupazzo impiccati" apparso su parco Baden Powell sempre a Milano lo scorso settembre.

"C'è un brutto clima, che inevitabilmente ricorda il clima d'odio che si respirava 40 anni fa - dice Paolo Grimoldi, deputato della Lega e segretario della Lega Lombarda - Purtroppo qualche cattivo maestro

continua a soffiare sul fuoco, demonizzando l'avversario politico, alimentando l'odio che sta iniziando a tradursi in violenza. L'ho detto ieri, lo ripeto oggi: attenzione che avanti così e purtroppo ci scappa il morto".

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