Poliziotti nelle scuole per salvare i bimbi dal web

Dove non arrivano i consigli e i divieti dei genitori, riusciranno i suggerimenti del ghisa specialista in computer?

Dal pc rischio per i più piccoli
Dal pc rischio per i più piccoli

Dove non arrivano i consigli e i divieti dei genitori, riusciranno i suggerimenti del ghisa specialista in computer? Ce la farà un investigatore della Procura milanese a mettere in guardia i ragazzi sui rischi del Bronx informatico, della terra senza regole che si apre dietro la schermata rassicurante di Google e di Youtube?

É questo l'auspicio che ha spinto il comitato genitori di Cisliano e Albairate a organizzare per venerdì prossimo una serata speciale (ore 21, auditorium comunale) per mettere faccia a faccia i loro ragazzi con uno che dei delitti via computer sa praticamente tutto: si chiama Paolo De Feo, agente della Polizia locale di Milano «prestato» al pool reati informatici della Procura milanese. É il pool che dal 2007 si è dedicato a tempo pieno a scavare sulle multiformi possibilità criminali offerte dalla Rete. Possibilità criminali che in parte hanno come vittime potenziali gli utenti di ogni età, ma che per un buon pezzo minacciano soprattutto i giovani. Basti pensare alla pedofilia, all'adescamento, al cyberbullismo.

Di tecniche per «filtrare» i contenuti del web se ne sono in quantità. Ma De Feo dovrà spiegare come il miglior alleato dei criminali informatici sia quasi sempre la leggerezza con cui i ragazzi naviga. Leggerezza che produce due atteggiamenti altrettanto insidiosi: uno è il classico «non può capitare a me», che porta a sottovalutare i rischi, e a inserire nel proprio computer contenuti altamente privati; e dall'altro c'è l'incoscienza con cui si prende in giro, si dileggia, si insulta, a parole o immagini, senza rendersi conto degli effetti moltiplicatori dei siti di scambio e dei social network.

Sono gli stessi temi che ieri mattina sono stati affrontati nel convegno «Adolescenti: tra bullismo, nuovi media e disagio», organizzato da Telefono Azzurro ed Eurispes. Durante il convegno sono stati presentati i risultati dell'indagine nazionale sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia con 5.000 r agazzi .

Il dato più preoccupante che emerge dalla ricerca è che in Italia la metà degli adolescenti vittime o testimoni di episodi di bullismo o cyber bullismo non interviene per paura o perché non sa come comportarsi. «Uno spaccato problematico della vita dei bambini e degli adolescenti», ha commentato Francesco Cappelli, assessore all'Educazione del Comune di Milano.

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