Nonostante la popolarità grazie a canzoni di grande successo (Luka, Tom's Diner e Marlene on the wall sono evergreen anni Ottanta), non è mai venuta meno a un basso profilo così insolito tra le popstar tutte capricci ed eccentricità. Lei, Suzanne Vega, la folksinger newyorkese nata a Santa Monica, da più di 30 anni sulla cresta dell'onda grazie a una scrittura mai banale, melodie coinvolgenti, una complessità armonica fuori dal comune e una voce fresca e malinconica, è fatta così.
Anzi, piace proprio per questo. Per la sua normalità e la sua poesia che canta la quotidianità di chi vive in una metropoli come New York, dove risiede o come Milano, dove Suzanne Vega si esibirà stasera alle 21.30 all'Auditorium di largo Mahler in un concerto antologico, accompagnata dal fidatissimo chitarrista irlandese Gerry Leonard, suo storico collaboratore (e per lungo tempo anche di David Bowie), così bravo da supplire un'intera band.
Poesia è una parola chiave per entrare nell'universo in cui la sua canzone d'autore minimal, figlia di Leonard Cohen e Bob Dylan come di Emily Dickinson, appariva un'anomalia. Ed è stata il filo conduttore, il mezzo e lo strumento attraverso il quale raccontare sé e le proprie esperienze, dall'adolescenza a domani quando festeggerà i suoi 59 anni. Una donna sfaccettata, forte, quasi un maschiaccio.
Anche dopo essere uscita dalle classifiche, Suzanne Vega ha confezionato ballate di qualità e lavori sperimentali, sempre attestandosi su standard qualitativi di alto spessore, come nell'album del 2016 Lover, beloved, omaggio a Carson McCullers, la più grande scrittrice del Sud degli Stati Uniti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.