Vladimir Putin ha espresso la sua preoccupazione per le divisioni nel mondo ortodosso ed ha avvisato gli ucraini: "Ci saranno serie conseguenze" per chi forzerà i fedeli ortodossi, fedeli a Mosca, ad accettare la nuova giurisdizione ucraina e "la giurisdizione di Istanbul, che è una flagrante violazione dei canoni ortodossi".
Il leader russo lo ha dichiarato in due interviste concesse ai giornali serbi Politika e Evening News in occasione della sua visita del 17 gennaio nella Repubblica di Serbia, dove firmerà una ventina di documenti che riguardano i settori dell'energia, dell'industria, delle infrastrutture e altri settori strategici.
A seguito della creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (avvenuta il 15 dicembre scorso, con l'Ucraina che è stata sostenuta dagli Stati Uniti e dal Patriarcato di Costantinopoli) e della firma del "tomos" sulla autocefalia (evidenziata dal patriarca Bartolomeoe lo scorso 6 gennaio), per Putin "la nuova struttura ecclesiastica è un progetto esclusivamente politico, laico. Il suo obiettivo principale è dividere i popoli della Russia e dell'Ucraina, per seminare non solo conflitti nazionali, ma religiosi. Non è un caso che a Kiev abbiano già dichiarato 'l'indipendenza finale da Mosca'".
Per il leader del Cremlino non si tratta di una iniziativa spirituale ma di una "politica pericolosa e irresponsabile", così come non si può parlare di "indipendenza" della Chiesa ortodossa dell'Ucraina perchè, secondo Putin, è completamente "controllata da Istanbul".
In merito alle prime segnalazioni di sacerdoti e laici della Chiesa ortodossa ucraina rimasti fedeli al patriarcato di Mosca, che vengono perseguitati, i cui monasteri e luoghi religiosi rischiano di essere portati via dalla nuova cefalia (fatti che accrescono "le tensioni e portano a una discordia ancora maggiore nella società ucraina") il presidente russo ha dichiarato che "la leadership dell'Ucraina non può non capire che i tentativi di costringere forzatamente i credenti in una chiesa straniera sono carichi di serie conseguenze".
Putin ha criticato il presidente ucraino Petro Oleksijovyč Porošenko dicendo ai giornalisti serbi che egli "è pronto a sacrificare il consenso inter-confessionale nel paese per condurre una campagna elettorale costruita sulla ricerca di nemici, per mantenere il potere con qualsiasi mezzo". In Ucraina, infatti, i cittadini sono chiamati al voto per le elezioni presidenziali il prossimo 31 marzo.
Rinforzando la sua posizione Putin ha sottolineato che la Russia non intende interferire nei processi ecclesiastici, "specialmente sul territorio di uno stato sovrano limitrofo. Ma vediamo che il pericolo, inclusa l'ortodossia mondiale, è rappresentato da tali esperimenti e da un grossissimo intervento statale nelle attività religiose".
Lo "zar" russo ha criticato anche la politica di espansione della Nato nei paesi balcanici definendola "una reliquia della guerra fredda", una "strategia militar-politica errata e distruttiva" che non porterà al rafforzamento della stabilità, "ma a una diminuzione della fiducia e ad un aumento delle tensioni in Europa".
Putin ha criticato anche gli Stati Uniti di Donald Trump: "stanno perseguendo una linea per smantellare il sistema di accordi internazionali sul controllo degli armamenti" o, comunque, di soddisfare gli accordi in modo selettivo, "cioè solo nella parte che soddisfa gli interessi americani. È ovvio che le conseguenze di tale politica saranno le più negative. Non chiudiamo un occhio sullo spiegamento di missili americani, che rappresentano una minaccia diretta per la nostra sicurezza. Saremo costretti a prendere risposte efficaci. Tuttavia, la Russia, in quanto paese responsabile e sensibile, non è interessata a una nuova corsa agli armamenti. Nonostante l'intenzione americana annunciata di ritirarsi dal Trattato, siamo aperti a continuare il dialogo sulla ricerca di modi per preservarlo. Siamo pronti per una conversazione seria e sull'intera agenda strategica tra i nostri paesi.
L'atmosfera generale relativa ai rapporti Usa-Russia sembra, quindi, improntata a sentimenti di aspro confronto e sfiducia.
Per questo Putin ha voluto anche esortare i leader politici occidentali ad abbandonare "i metodi di ricatto, minacce e provocazioni", invitandoli a rispettare il diritto internazionale, a costruire un dialogo interstatale basato sui principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. "Questa è la chiave per preservare la pace, rafforzare la sicurezza e la stabilità globali e regionali", ha concluso il leader russo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.