Caffè classico o decaffeinato: cosa bere a 60 anni

Il caffè è la bevanda preferita dagli italiani, non solo per il suo gusto ma anche per gli effetti benefici: ma quale bere a 60 anni, il classico o il decaffeinato?

Caffè classico o decaffeinato: cosa bere a 60 anni

Il caffè è la bevanda più consumata al mondo. Noto per le sue proprietà digestive ed energizzanti, può essere integrato in qualunque tipo di regime alimentare, poiché a ridotto apporto calorico (circa 2 oppure 3 calorie per una tazzina).

Amatissimo nella versione classica, il decaffeinato rappresenta una valida alternativa per gli over 60 e le donne in gravidanza. Ma vediamo nello specifico quali sono i benefici e le controindicazioni derivanti dal consumo di questa bevanda.

Cosa contiene una tazzina di caffè classico

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Se il cioccolato è considerato "il cibo degli dei", il caffè non è certo meno degno di riguardo. Di origini antiche, questa bevanda - dal sapore fortemente aromatico e dal profumo inebriante - vanta una quota considerevole di nutrienti.

Una tazzina di quello classico contiene, in ordine crescente di percentuale:

  • Acqua;
  • caffeina;
  • fibra solubile;
  • acidi (clorogenico, citrico, chinico);
  • minerali (potassio e magnesio);
  • flavonoidi;
  • lipidi, proteine e trigonellina (un alcaloide presente nei semi di alcuni vegetali).

L'elevata quantità di acqua, pari a circa il 98% del totale, rende questa bevanda altamente digeribile e povera di calorie. Attenzione, però, a non "correggerla" con latte, vini o liquori. In tal caso, l'apporto calorico cambierà notevolmente. Lo stesso si dica per lo zucchero: un cucchiaino raso di quello bianco raffinato conta circa 22 calorie.

I benefici per gli over 60

Caffè all'aperto

A scapito dei luoghi comuni, questa bevanda è tutt'altra che dannosa per la salute degli over 60. Anzi. Studi accademici hanno appurato che il consumo moderato è un toccasana per l'organismo, agendo da stimolante e catalizzatore metabolico. Nello specifico, la caffeina:

  • ha un'azione energizzante;
  • stimola il metabolismo;
  • regola la pressione arteriosa;
  • contrasta i radicali liberi;
  • favorisce la digestione;
  • rallenta l'assorbimento di carboidrati;
  • ha un'azione analgesica;
  • inibisce l'insorgenza di patologie cardiovascolari.

Una recentissima ricerca ha evidenziato come la quercetina, uno dei flavonoidi contenuti nella bevanda, riduca quasi del 30% il rischio di sviluppare malattie degenerative come il morbo di Alzheimer. Un motivo in più per non privarsene.

Caffè decaffeinato: differenze con quello classico

Decaffeinato

Anzitutto, sfatiamo un mito: non esiste alcun caffè interamente decaffeinato. La caffeina, una sostanza alcaloide stimolante, è rintracciabile anche nei prodotti cosiddetti "dec". Ovviamente si tratta di una percentuale quasi irrilevante e impercettibile al palato - circa 0,1% per tazzina contro l'1,2-1,5 della qualità arabica e il 2,2-2,5 del tipo Robusta.

Il decaffeinato viene sovente proposto in alternativa a quello classico poiché non ha controindicazioni. È noto infatti che il consumo eccessivo di alimenti ricchi di caffeina esponga al rischio di effetti indesiderati o collaterali. Se da un lato la caffeina stimola alcune funzioni metaboliche, dall'altro è responsabile di una lunga serie di reazioni avverse. Nello specifico, in caso di sovradosaggio, può:

  • indurre tachicardia;
  • innalzare la pressione arteriosa;
  • causare insonnia;
  • provocare irritabilità;
  • aumentare lo stress;
  • incrementare la produzione di acidi gastrici e la loro azione erosiva.

Quantità e modalità di consumo

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Al netto di tutte le evidenze elencate, resta ancora un ultimo dubbio da sciogliere: meglio classico o decaffeinato? Se vale il vecchio saggio per cui "la verità sta nel mezzo" allora, anche in questo caso, bisogna trovare una soluzione di compromesso.

In linea generale, gli esperti suggeriscono di bere non più di tre o quattro tazzine di caffè classico al giorno, possibilmente senza l'aggiunta di zucchero e mai in abbinamento con altri alimenti contenenti caffeina. Per le persone che abbiano sviluppato ipersensibilità alla caffeina, affette da patologie cardiache o reflusso gastrico, è consigliato quello decaffeinato.

Quanto alle

modalità di assunzione, è preferibile relegare la pausa caffè lontano dai pasti, evitando l'ora tarda. Secondo alcune recenti evidenze, il momento ideale per degustare questa bevanda è tra le 9.30 e le 11.30 del mattino.

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