Oramai è certo il processo nei confronti di Veronica Panarello per le minacce nei confronti dell'ex suocero Andrea Stival. Tuttavia, come si legge dall'agenzia AGI, esso è stato rinviato in data 19 giugno 2020, per essere incardinato dal competente presidente del tribunale monocratico. In aula erano presenti il padre di Veronica, il difensore della donna, avvocato Francesco Villardita, e il legale di Andrea Stival, il penalista Francesco Biazzo, che assiste il nonno paterno del piccolo Loris Stival, parte lesa nel processo. Ricordiamo come Veronica Panarello sia stata condannata a 30 anni di reclusione per omicidio del figlioletto Loris. Il bimbo, all'epoca del delitto, aveva solo 8 anni. Il nuovo processo trova le sue motivazioni dalle minacce che Veronica riferì ad Andrea il 5 luglio 2018. Le pesanti parole furono esternate dalla donna al termine della lettura della sentenza con cui la corte d'assise d'appello di Catania aveva confermato quella di primo grado da parte del gup di Ragusa per il delitto consumatosi in data 29 novembre 2014 nell'abitazione di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa.
Veronica Panarello: le offese all'ex suocero Andrea Stival
Alla lettura della sentenza del 5 luglio 2018, in cui Veronica Panarello veniva condannata in secondo grado a 30 anni e per l'omicidio del piccolo Loris Stival, la donna, infuriata, aveva urlato le seguenti parole all'ex suocero Andrea Stival, mentre veniva trattenuta dalla polizia penitenziaria in tribunale: "Sei contento? Sai cosa ti dico? Prega Dio che ti trovo morto perché altrimenti ti ammazzo con le mie mani quando esco". Alla lettura della sentenza, la donna era infatti presente in aula. A Ragusa, Veronica Panarello è a processo anche per le calunnie sempre rivolte nei confronti di Andrea. Questi venne accusato dalla ex nuora di essere il vero assassino del nipotino Loris. Veronica raccontò che l'uomo attuò il delitto in quanto il bambino aveva scoperto una tresca tra la mamma e il nonno paterno.
Intanto, i giudici della corte di cassazione hanno reso note le motivazioni della sentenza che ha condannato in via definitiva Veronica Panarello a 30 anni di reclusione. Nei documenti si legge: Ha depistato le indagini, coperto le tracce e si è disfatta del cadavere del figlioletto. Veronica Panarello era perfettamente lucida quando ha fatto tutto questo". Pertanto, il ricorso presentato dalla difesa della donna è stato giudicato inammissibile.
Gli avvocati di Panarello avevano infatti richiesto una nuova perizia psichiatrica nei confronti della loro assistita. Non a caso, i giudici hanno descritto la mamma del piccolo Loris come "una lucida assassina".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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