Respinto l'assalto della sinistra: resta il carcere per le detenute madri

I soppressivi sono stati respinti a scrutinio segreto: centrodestra compatto, fallisce il blitz rosso. L'opposizione insorge, la replica di Forza Italia: "Non prendiamo lezioni da chi non ha fatto nulla"

Respinto l'assalto della sinistra: resta il carcere per le detenute madri
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Niente da fare: la sinistra deve arrendersi in Aula, da cui è arrivato il semaforo rosso alla proposta di spazzare via dal tavolo il provvedimento che prevede il carcere per le detenute madri. Questa mattina la Camera dei deputati - a scrutinio segreto - ha respinto gli emendamenti che puntavano a sopprimere l'articolo 15 del disegno di legge sulla sicurezza. Dunque la misura, che elimina l'obbligatorietà del differimento della pena, resta nel testo del ddl. I soppressivi sono stati respinti con 119 voti favorevoli, 157 contrari e due astenuti. Invece con 163 sì e 116 no è stato approvato l'articolo 15 che elimina l'obbligo del rinvio della pena in carcere.

Non è tardato ad arrivare l'attacco dell'Alleanza Verdi-Sinistra italiana che, ormai determinata nel portare in Aula l'agenda di Ilaria Salis, aveva provato a scommettere sul voto segreto nella speranza di chissà quale sgambetto all'interno del centrodestra. Ma la maggioranza - a differenza delle opposizioni sempre più spaccate - si è mostrata compatta e ha così respinto l'assalto rosso. Devis Dori, capogruppo di Avs nella commissione Giustizia di Montecitorio, ha definito il carcere per le detenute madri "una vergogna che dimostra il disprezzo per i diritti civili di questa destra al governo". "Neanche il voto segreto ha liberato le coscienze nella destra", ha lamentato l'esponente rossoverde.

Nel mirino delle opposizioni è finita in particolar modo Forza Italia, accusata di aver barattato i diritti inviolabili dei minori con la tenuta del governo guidato da Giorgia Meloni. Una pioggia di attacchi, dalla "politica da quaquaraquà" alla responsabilità di mandare dietro le sbarre anche i bambini sotto un anno. Ma la valanga di critiche al veleno è stata prontamente rispedita al mittente dal partito azzurro, che ha rivendicato la propria identità contro l'ideologia della sinistra.

A fare da scudo è stato Pietro Pittalis, secondo cui quella sulle detenute madri è una polemica "pretestuosa e mistificatoria". E nonostante la narrazione che la galassia rossa vuole far passare, ha assicurato il deputato azzurro, "i cittadini non si fanno ingannare". L'esponente di Forza Italia ha poi rincarato la dose: "Sul tema delle carceri FI non prende lezioni da nessuno, tanto meno da una sinistra che non ha mai fatto nulla". Pittalis ha comunque sottolineato che il carcere deve rappresentare "l'extrema ratio" e ha garantito che non siamo di fronte ad alcuna forzatura: "Sarà il giudice a fare una valutazione caso per caso".

Un altro punto importante del testo approvato alla Camera riguarda l'aumento delle pene se la violenza o la minaccia ai danni di un ufficiale o di un agente di polizia o di pubblica sicurezza "è commessa al fine di impedire la realizzazione di un'opera pubblica o di un'infrastruttura strategica". Sono diversi gli interventi messi nero su bianco dal centrodestra per quanto riguarda la sicurezza.

La stretta riguarda in particolar modo i ladri di case che occupano abusivamente, le borseggiatrici e coloro che sfruttano i minori nell'accattonaggio, chi blocca il traffico o il trasporto pubblico. Una serie di novità che va in una direzione: ripristinare la legalità. Dalla maggioranza arriva un messaggio chiaro: "Il tempo in cui tutto era permesso è finito".

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