"La Lollobrigida era nelle sue mani...". Chiesti 7 anni di carcere per il factotum Andrea Piazzolla

La Procura di Roma ha chiesto una condanna a sette anni e mezzo di carcere per Andrea Piazzola nel processo per circonvenzione d'incapace

"La Lollobrigida era nelle sue mani...". Chiesti 7 anni di carcere per il factotum Andrea Piazzolla
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Il processo a carico di Andrea Piazzolla, l'ex factotum di Gina Lollobrigida accusato di circonvenzione di incapace, entra nella fase finale. Nel corso della requisitoria il pubblico ministero Eleonora Fini ha chiesto la condanna a sette anni e sei mesi di carcere per l'ex segretario dell'attrice per il reato di circonvenzione d’incapace, sottolineando "lo squilibrato rapporto tra vittima e imputato". Una relazione di cui Andrea Piazzolla si sarebbe approfittato e che gli avrebbe consentito di agire alle sue spalle.

La requisitoria della Procura

Nel corso dell'arringa finale l'accusa ha puntato l'attenzione sullo stato di fragilità in cui, da anni, versava Gina Lollobrigida. "C'è l'incidente probatorio che lo prova", ha sottolineato il pm della procura di Roma - come riferito dal Corriere - parlando del lavoro svolto fino a oggi dai periti, che concordano con i consulenti tecnici dell'accusa. Per tutti gli esperti "la signora Lollobrigida era confusa e isolata". Il quadro disegnato dai periti parla di una situazione di profonda vulnerabilità della diva ma anche di "indebolimento della corretta percezione della realtà", nonché di "compromissione decisionale" e di "deficienza psichica esplicita".

Le sentenze della Cassazione

Nella requisitoria il pm ha parlato addirittura di "isolamento affettivo", che avrebbe portato l'indimenticata Bersagliera a fidarsi ciecamente di Andrea Piazzolla. "Lei si convince che lui sia insostituibile. Le viene fatto credere questo", ha dichiarato l'accusa, concludendo: "La signora era nelle mani dell'imputato. La circonvenzione è dimostrata dalle sentenze della Cassazione".

Nel 2021, infatti, su richiesta del figlio Andrea Milko Skofic la Cassazione stabilì che l'attrice avrebbe dovuto essere assistita da un amministratore di sostegno per la gestione del suo ingente patrimonio. Gina Lollobrigida aveva fatto ricorso contro la decisione, ma i giudici lo avevano dichiarato "inammissibile", confermando la decisione della Corte di Appello di Roma che aveva già rigettato il reclamo dell'attrice. Già in quella occasione la diva era stata ritenuta bisognosa di assistenza "nel compimento degli atti di straordinaria amministrazione inerenti alla gestione del suo patrimonio".

Gli altri guai giudiziari di Piazzolla

Il procedimento per circonvenzione di incapace non è l'unico processo che vede imputato Andrea Piazzolla.

Il 35enne ha un processo in corso per il mancato versamento dell'assegno di mantenimento al figlio riconosciuto nel 2021 ed è inoltre accusato di aver sottratto all'attrice una auto di lusso e di aver venduto beni e opere d'arte sottratti negli anni dalla villa della diva.

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