“Il modello giusto per il futuro”. Perché la monarchia snella di Carlo III è una buona idea

Nonostante gli spiacevoli eventi di quest’anno Carlo III sarebbe deciso a proseguire con il suo proposito di una monarchia snella e gli esperti sono dalla sua parte

“Il modello giusto per il futuro”. Perché la monarchia snella di Carlo III è una buona idea

Quando Carlo III e Kate Middleton hanno reso note le loro diagnosi di cancro molti si sono chiesti come avrebbe fatto la Corona a sopravvivere senza due dei suoi esponenti di spicco. Il principio di “monarchia snella” voluto da Sua Maestà sembrava ormai impraticabile: i senior royal fuori dai giochi dovevano essere rimpiazzati, oppure l’istituzione sarebbe rimasta sguarnita, incapace di far fronte a tutti gli impegni in programma. L’incidente che ancora tiene la principessa Anna lontana dal lavoro ha riacceso il dibattito in merito. Tuttavia le infauste previsioni di implosione della Firm non si sono realizzate e nessuno dei reali assenti è stato effettivamente sostituito. Anzi, Carlo III non avrebbe intenzione di retrocedere neppure di un passo rispetto alla sua idea di una nuova monarchia e gli esperti sono convinti che questa sia la strada giusta da seguire.

“La royal family è più fragile”

“Questa è la royal family più piccola e più fragile che la Gran Bretagna abbia mai avuto”, ha dichiarato il giornalista Andrew Marr, citato da ApNews lo scorso marzo, dopo il discorso con cui Kate Middleton ha annunciato di avere il cancro. “Sembra quasi incredibile che solo un decennio fa le persone si lamentassero del fatto che vi erano troppi membri [senior nella royal family]”. Nel giro di circa cinque anni sono cambiate molte cose. I ranghi dei Windsor si sono assottigliati drasticamente: il principe Andrea ha perduto il ruolo pubblico e la reputazione a causa dello scandalo Epstein e nel novembre 2019 è stato costretto a ritirarsi a vita privata. Nel gennaio 2020 il principe Harry e Meghan Markle hanno abbandonato i doveri ufficiali e Londra per costruirsi una carriera indipendente oltreoceano. Re Carlo III e la principessa del Galles hanno annunciato, rispettivamente il 5 febbraio e il 22 marzo 2024 di avere un tumore. Nel giugno dello stesso anno la principessa Anna ha avuto un incidente a cavallo. Data la situazione i media si sono chiesti se abbia ancora senso parlare di “monarchia snella”.

"Deve essere visibile"

“È una situazione eccezionale e un momento significativo per la monarchia e l’istituzione…la pressione è su un gruppo più piccolo”, ha affermato Joe Little, editor di Majesty Magazine. Non solo: la Corona britannica vive, come la maggior parte delle monarchie, grazie al consenso popolare. Ciò implica doversi mostrare per mantenere tale favore. Come giustamente fece notare la regina Elisabetta, “devo essere vista per essere creduta”. Lo storico reale Robert Hardman ha spiegato in proposito a Sky News: “Questa è una monarchia storica che prospera interagendo con le persone. Deve essere visibile”. Un grave problema se alcuni dei suoi membri più importanti hanno bisogno di tempo e di privacy per curarsi e guarire da malattie serie e da incidenti. L’editor reale del Mirror Russell Myers, citato dall’Express, ha commentato: “[La royal family] sembra piuttosto vuota al momento”. Questo vuoto, in teoria, andrebbe colmato.

L’incidente della principessa Anna

A preoccupare ulteriormente la stampa è la prolungata assenza della principessa Anna, “la reale che lavora di più” in assoluto nella royal family, ricordano i tabloid. Lo scorso 23 giugno la sorella del Re ha avuto un “incidente”, così lo ha definito Buckingham Palace, nella sua casa di Gatcombe Park. Sembra che la principessa sia caduta o che sia stata colpita da un calcio di un cavallo (il Palazzo non ha reso nota la dinamica dei fatti), riportando ferite lievi, un trauma cranico e, ha rivelato il Telegraph, la perdita della memoria relativa all’incidente. Anna non ha ancora avuto il via libera dei medici per tornare al lavoro. Il People ci informa anche che dal Royal Diary, ovvero l’agenda pubblica con i prossimi impegni dei reali, presente sul sito della royal family, è stata cancellata anche la visita che la principessa avrebbe dovuto compiere la prossima settimana in Scozia.

La “monarchia snella” è un rischio?

Carlo III continua a lavorare, ma deve anche seguire la terapia prescritta dei medici e non può affaticarsi. Nessuno sa quando Kate tornerà ai suoi doveri, la principessa Anna si starebbe riprendendo lentamente dall’incidente e il principe William avrebbe riorganizzato l’agenda in modo da poter dedicare del tempo alla famiglia. Molti hanno ipotizzato che in una situazione così complicata l’idea della “monarchia snella” studiata da Carlo potesse avere un effetto boomerang sui Windsor. L’unica possibilità, secondo alcuni commentatori reali, sarebbe quella di rinunciarvi o, almeno, di rimandarne l’attuazione. Oppure ampliare la rosa dei working royal in maniera definitiva o temporanea. In un primo momento sui tabloid erano spuntati i nomi dei cugini del principe William come possibili rimpiazzi di Kate e di Anna.

Un ruolo più formale

Persino l’erede al trono sarebbe stato favorevole all’entrata in scena dei suoi parenti più giovani, in particolare di Beatrice ed Eugenia. Il corrispondente reale Cameron Walker ha spiegato a Gb News: “Il principe William vuole che le sue cugine assumano un ruolo meno informale per quel che concerne gli impegni reali”, aggiungendo: “L’idea di una monarchia snella potrebbe appartenere al passato…Potremmo vedere la principessa Eugenia, la principessa Beatrice, Zara Tindall, Mike Tindall e Peter Phillips [impegnati] nei doveri ufficiali per la royal family…Ma devo puntualizzare che ciò non significa diventare working royal”.

La strada giusta

Tuttavia Sua Maestà, per ora, non ha fatto nulla di tutto ciò che gli osservatori reali si aspettavano. Nessun ripensamento per quanto riguarda la “monarchia snella”, nessuna richiesta di aiuto ai parenti. Non ha delegato né a Beatrice, né a Eugenia i compiti di Kate e, in generale, non avrebbe alcuna intenzione di dare incarichi temporanei ai figli dei suoi fratelli. Ha accettato di farsi sostituire dalla regina Camilla subito dopo la diagnosi della malattia, nei primi tempi delle cure, ma appena ha ottenuto il consenso del team medico è tornato ai suoi doveri. Il principe William, poi, “ha la stessa visione del futuro della monarchia che ha suo padre”, ha scritto Geo.tv. Entrambi sarebbero convinti che questa sia la strada giusta da percorrere per modernizzare l’istituzione. L’unica piccola concessione è stata chiedere ai cugini reali di partecipare di tanto in tanto a qualche evento pubblico. Essere un working royal, però, è ben altra faccenda.

Carlo non ci ripenserà

“Confermo l’idea che snellire la royal family sia davvero il modello giusto per il futuro”, ha sottolineato la corrispondente reale della Bbc Jennie Bond all’Express. “È in linea con la maggior parte delle monarchie europee ed è sensibile alla critica costante secondo cui la royal family costa troppo ai contribuenti”. Jennie Bond ha sollevato una questione spinosa: il peso della Corona sulle tasche dei cittadini. “Aggiungere nuovi working royal agli stipendi [dei contribuenti] inasprirà…le critiche. Ritengo che il modello che William ha sperimentato sia la risposta: invitare qua e là i suoi cugini (per esempio ai garden party) per vivacizzare le cose. Credo che il Re e William abbiano ragione a essere determinati per quel che concerne mantenere il nucleo di working royal come una piccola, ristretta unità che può essere responsabile dei fondi pubblici”.

La monarchia secondo William

Neppure l’elegante critica mossa proprio dalla principessa Anna, scettica nei confronti della “monarchia snella” sarebbe riuscita a scalfire i progetti di Carlo III e del principe William. In un’intervista alla Cbc del maggio 2023 la sorella del sovrano ha detto: “Penso che [il termine] ‘snellire’ sia stato detto un giorno in cui c’erano un po’ più di persone. Non sembra una buona idea dal mio punto di vista…Non so bene cos’altro possiamo fare…”. Eppure il Re e suo figlio sarebbero irremovibili. Anzi, una fonte ha rivelato a Richard Eden del Daily Mail che una volta salito al trono William sarebbe disposto a fare un passo in più per ridimensionare il numero di working member: “Quando i membri più anziani della famiglia si ritireranno a vita privata Sua Altezza Reale non chiederà a nessun altro di diventare working royal”.

Eden ha commentato: “Bisognerà vedere se [il principe] vorrà che i suoi due figli minori diventino working royal”. Una scelta drastica, ammesso che l’insider abbia ragione. Troppa (presunta) rigidità non rischia di annichilire la monarchia?

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