Carlo III è sul trono da dodici mesi. Un tempo non lungo, ma neanche così breve per un sovrano che ha atteso 70 anni prima di regnare. Di certo sufficiente per guardare il quadro generale, farci una prima idea di questa nuova monarchia e della strada che ha appena intrapreso verso il futuro. Per tracciare un primo bilancio è fondamentale tenere conto tanto dell’eredità di Elisabetta II, quanto dei cambiamenti che Sua Maestà ha apportato in questi mesi per costruire il suo nuovo regno, a dispetto delle voci secondo cui l’abdicazione sarebbe vicina e della faida familiare, ma molto mediatica, con il principe Harry.
Il primo passo è la famiglia
Carlo III vorrebbe presentare al mondo una famiglia unita, moderna, attenta alle esigenze del popolo, con i piedi per terra, come si dice e non arroccata sui privilegi, irraggiungibile e sprezzante nei palazzi dorati. L’immagine di una royal family distante dalla gente non funziona. Non ha mai funzionato e Lady Diana lo aveva capito molti anni fa, probabilmente prima ancora che lo stesso Carlo e tutta la corte se ne rendessero davvero conto.
Ciò, però, significa recidere i rami secchi, o meglio, quelli che hanno portato frutti non buoni. Detta così suona un po’ brutale, ma di fatto l’estromissione del principe Andrea è stata una mossa fondamentale per ricostruire la reputazione dei Windsor, dimostrando a tutti che la famiglia reale non è e non si considera al di sopra della legge. Dopo lo scandalo Epstein al duca di York, già ritiratosi a vita privata nel novembre 2019, sono stati tolti gradi, patronati dalla regina Elisabetta. Nel febbraio 2023 Carlo III lo ha privato dello stipendio da 280mila euro all’anno. Il Re, dicono le indiscrezioni, vorrebbe anche sfrattare il fratello dal Royal Lodge, la residenza da 30 stanze del valore di 30 milioni di sterline.
"Sembra che Carlo voglia cacciarlo”, ha detto una fonte al Daily Mail. Andrea, però, starebbe opponendo resistenza, un atteggiamento che potrebbe indispettire i cittadini britannici i quali, stando ai sondaggi, non avrebbero una buona opinione del duca di York. Una cosa sembrerebbe certa: Andrea non tornerà mai alla vita pubblica. William e Carlo si sarebbero opposti con fermezza. “Fa parte della famiglia”, ha detto un insider, ma “non riavrà lo stesso ruolo cerimoniale…non sarà mai un working royal”. Ormai è diventato impresentabile.
Harry, un problema da risolvere
Continuando a parlare di famiglia, Re Carlo III avrebbe un problema con il duca di Sussex di dimensioni private e pubbliche non trascurabili. Lo scorso dicembre Harry e Meghan hanno diffuso il loro documentario Netflix sulla vita a corte, nel gennaio 2023 è uscito il memoir del principe, “Spare. Il Minore”, a cui la royal family ha risposto con un assordante silenzio. L’astio di Harry, che si è riversato anche in interviste e dichiarazioni tutt’altro che concilianti, rischia di compromettere l’immagine più umana, di padre, del sovrano.
Per esempio, raccontando il momento in cui Carlo disse ai figli che Lady Diana era morta, Harry ha scritto: “Papà non mi abbracciò. Già in circostanze normali non era molto bravo a mostrare le proprie emozioni, come si poteva pensare lo facesse nel pieno di quella crisi? Tuttavia mi appoggiò di nuovo la mano sul ginocchio dicendo: ‘Andrà tutto bene’. Era una grossa affermazione per lui: paterna, piena di speranza, gentile. Ma del tutto falsa”. Il ritratto che viene fuori da queste parole sarebbe quello di un padre freddo, quasi anaffettivo. Questa è la versione di Harry, certo, ma potrebbe diventare, con gli anni, una macchia sulla vita e sulla reputazione del Re.
Per la verità, finora, i colpi assestati dal duca non hanno destabilizzato la nuova monarchia, ma se Harry e Carlo non risolveranno i loro problemi, la faida familiare potrebbe rubare spazio e attenzione mediatica alla costruzione della nuova monarchia, rischiando addirittura di farla passare in secondo piano. Senza contare il fatto che nessuno può prevedere cosa accadrà nel futuro, se il principe tornerà alla carica con rinnovata forza. Secondo i tabloid padre e figlio avrebbero dovuto incontrarsi lo scorso 17 settembre, ma per ora non vi è nessuna indiscrezione in merito. Una strana quiete che non promette nulla di buono.
Snellire e rispettare l’ambiente
Nonostante le relazioni complicate con alcuni parenti, il nuovo Re ha già attuato dei primi cambiamenti, iniziando a dare forma alla monarchia che immagina da anni. Le parole chiave, in tal senso, sono “snellimento”, “risparmio”, “ecologia”. Tutti e tre vanno di pari passo. Carlo III ha ridotto il numero di membri della royal family al servizio della Corona, puntando tutto sui volti freschi e moderni di William e Kate. Una strategia per fare economia e, nello stesso tempo, rendere la monarchia britannica identificabile attraverso poche persone, le più brillanti, popolari e giovani.
Sua Maestà non si è fermato qui: ha imposto a Buckingham Palace di stringere la cinghia, evitando gli sprechi in un momento di crisi per il Regno, spegnendo i riscaldamenti delle stanze e della piscina e le luci quando non necessari. Carlo, poi, continua a vivere seguendo le stesse regole di condotta portate avanti quando era principe di Galles: ricicla gli abiti, i cappotti, piuttosto che comprare scarpe nuove preferisce farle risuolare. Fa economia rispettando l’ambiente.
A proposito dell’attenzione al pianeta, il Re ha anche vietato alle cucine reali di preparare il foie gras, a causa dei metodi davvero molto discutibili con cui viene ottenuto. Parlando di cibo, Carlo si è anche fermamente opposto allo spreco alimentare e starebbe studiando un piano per ridistribuire le eccedenze alimentari. Per il momento ha donato 800 frigoriferi alle banche aimentari e alle charity.
Anche la regina Camilla condivide questo stile di vita. Anzi, le è toccato un compito difficile: dare il buon esempio: lo scorso luglio, infatti, è stata annunciata la rinuncia della sovrana al suo “stipendio” annuale da 360mila sterline a cui avrebbe diritto in quanto moglie del Re. Le spese per viaggi e per tutte le necessità di Camilla saranno coperte dal Sovereign Grant. La Regina ha eliminato la figura delle dame di compagnia, preferendo fare affidamento sulle sue segretarie private. Per la verità quel ruolo non è retribuito, ma la decisione di Camilla ha contribuito a dare una nuova veste a una tradizione secolare. Inoltre, sebbene non sia contemplato l’aspetto economico, può rientrare di diritto nella strategia di “monarchia snella” voluta da Carlo.
“Non è il mio Re”
Le proteste al grido di “non è il mio Re”, che hanno attraversato il primo anno di vita del regno di Carlo III non sono preoccupanti, per il momento, ma rimangono comunque un elemento da non sottovalutare. Anche la regina Elisabetta ha dovuto fronteggiare i detrattori, ma stupisce la frequenza con cui il sovrano è stato contestato in quest’ultimo anno, forse segno di tempi diversi, ma più probabilmente anche della minore popolarità di cui gode Carlo rispetto alla madre. Una certa insofferenza in buona parte da ricondurre all’eco mediatica del primo matrimonio del Re con Lady Diana.
La sopravvivenza della “monarchia dipende dal consenso sociale”, ha spiegato la storica reale Heather Jones, ma la Corona non sarebbe affatto in pericolo con Carlo III. Secondo l’esperta Ingrid Seward, citata da Reuters, il nuovo regno sarebbe iniziato “eccezionalmente bene” e ha aggiunto: “Il suo destino è arrivato e [Carlo] lo ha abbracciato”.
La commentatrice reale Pauline Maclaran è della stessa idea e alla Bbc ha detto che questo primo anno “è stato sorprendente per la sua mancanza di sorprese. Le persone si sono abituate molto velocemente a lui come Re”, ma non avrebbero dimenticato la regina Elisabetta. La defunta sovrana è ormai entrata nella Storia e nel mito, è un simbolo della Corona britannica, quindi è impossibile che gli inglesi possano relegare la sua figura tra le pagine polverose di un libro dimenticato. Tuttavia Carlo III ha cercato ed è riuscito a mantenere viva la sua memoria. La Maclaran sostiene che abbia utilizzato un approccio "delicato”. Secondo la professoressa Anna Whitelock, citata sempre dalla Bbc, “quest’anno [Carlo] è stato il figlio di sua madre”.
“Ciò che non conosciamo ancora è il piano a lungo termine che Carlo ha in mente”, ha sottolineato la biografa reale Sally Bedell Smith al Washington Post, ammettendo comunque che il Re è “un buon oratore improvvisato, molto meglio di sua madre”, qualità importante per un monarca. “Sembra si stia divertendo, è molto a suo agio nel ruolo”. Del resto lo ha atteso e si è preparato per diversi decenni.
I cittadini britannici, poi, lo sostengono: da un sondaggio di YouGov, pubblicato da Independent lo scorso 4 settembre, risulta che l’80% degli over 65 e il 37% dei giovani tra i 18 e i 24 anni (percentuale, quest’ultima, su cui Carlo dovrebbe lavorare) approvano la royal family. Non solo: circa il 61% dei diversi gruppi vuole tenere la monarchia e il 59% degli intervistati ritiene che Sua Maestà stia facendo “un buon lavoro”.
Il sovrano ha tutte le carte in mano per riformare l'istituzione monarchica e dar vita a un regno che non si limiterà a essere di
transizione tra quello di Elisabetta II e quello del principe William. Tutto dipenderà dalle sue scelte future. In fondo, come ha detto la storica Heather Jones, “la monarchia è un gioco lungo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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