Carlo III ha festeggiato il suo 75esimo compleanno, lo scorso 14 novembre, nel segno della moderazione, del rispetto e della cura per gli altri e per l’ambiente. Alla fine di novembre terrà un discorso alla Cop28 di Dubai. Il Re ha a cuore la difesa del pianeta da quando era un giovanissimo studente universitario, molto prima che diventasse normale, addirittura quasi una moda, parlarne. L’interesse di Carlo, però, non è stato sempre compreso da tutti. A volte è stato perfino deriso e l’attuale sovrano trattato alla stregua di un ingenuo. Eppure sarà proprio questo argomento di cui tanto si parla (e talvolta “straparla”) oggi, la salvaguardia dell’ambiente, a caratterizzare, a dare forma e vita al regno di Carlo, permettendogli di essere ricordato dalle generazioni a venire come “il Re green”.
Coincidenze favorevoli
“Carlo si trova, nell’autunno della sua vita, a dover riflettere attentamente su come proiettare la sua immagine come personaggio pubblico. Non è neanche lontanamente popolare come sua madre”, ha dichiarato lo storico Ed Owens, citato da Ap News. Carlo III ha un compito arduo: impedire che il suo regno scivoli via dalla memoria collettiva, schiacciato tra quello, lungo 70 anni, dell’amatissima regina Elisabetta e quello, tanto atteso, del giovane, moderno e più popolare William. Carlo non ha moltissimo tempo. Deve agire, ma ha avuto la classica fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Negli ultimi cinquant’anni il tema della salvaguardia dell’ambiente si è sviluppato in maniera esponenziale, trasformandosi da argomento di nicchia a problema molto sentito, dibattuto (qualche volta pure a sproposito) da ampie fasce della popolazione. Il monarca, appassionato fin da giovane di tutto ciò che ha a che vedere con la difesa del pianeta, ha intercettato questo grande interesse nei confronti dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e delle energie rinnovabili, rendendolo la cifra del suo regno. Una mossa intelligente, che potrebbe renderlo celebre come il primo Re “green” della storia britannica.
Il primo discorso da ambientalista
L’interesse del Re nei confronti dell’ecologia e dell’ambientalismo risale alla fine del anni Sessanta. Nel dicembre 1968 Carlo parlò pubblicamente di ambiente, ben sette anni prima che lo scienziato Wallace Broecker descrivesse la teoria del “riscaldamento globale”. Ma la data davvero importante nella sua storia “green” è il 19 febbraio 1970 quando, nel ruolo di Presidente del Comitato per l’Ambiente del Galles, il principe pronunciò un discorso molto attuale in cui ritroviamo tutti alcuni dei più importanti temi cardine del suo pensiero ecologista: “In questo momento ci troviamo di fronte ai terribili effetti dell’inquinamento in tutte le sue forme maligne. C’è la minaccia crescente di inquinamento petrolifero in mare, che quasi distrugge le spiagge e di certo distrugge decine di migliaia di uccelli marini. Ci sono le sostanze inquinanti sversate nei fiumi dalle fabbriche e dagli impianti chimici che intasano i fiumi con sostanze tossiche e si aggiungono alla sporcizia nei mari. C’è l’inquinamento dell’aria a causa del fumo e dalle esalazioni rilasciate dalle fabbriche e dai gas delle auto che corrono senza sosta e dagli aerei”.
L’aiuto, con qualche riserva, del principe Filippo
La passione di Carlo per l’ambiente non nacque per caso, dal nulla, ma venne favorita dal principe Filippo. Quest’ultimo, infatti, era un amante della natura, deciso a difendere le creature che abitano la Terra. Una volta, ricorda il Daily Mail, il marito della Regina disse: “Se noi umani abbiamo questo potere di vita e di morte e non solo di vita e di morte, ma di estinzione e sopravvivenza, dovremmo esercitarlo con buon senso”. Il duca aveva a cuore la sopravvivenza di tutte le specie animali. Da menzionare, per esempio, è il suo impegno per evitare l’estinzione delle farfalle Monarca. Filippo, presidente del Wwf dal 1981 al 1996, ammise che la grande passione per gli animali, per gli uccelli in particolare, era nata durante gli anni di servizio nella Royal Navy. Tuttavia Filippo “rifiutava di descrivere se stesso come ‘green’", ha specificato l’esperta Ingrid Seward nel suo libro “Prince Phlip Revealed” (2020). Avrebbe avuto un’opinione ben precisa dell’ecologia e del modo in cui si dovevano condurre le battaglie in nome dell’ambiente e questo lo avrebbe portato anche a scontrarsi con Carlo. Il Daily Mail ha scritto: “A volte i punti di vista del principe Filippo sul riscaldamento globale differivano da quelli del figlio maggiore. [Il duca] faticava ad accettare che le energie rinnovabili offrissero una risposta completa al riscaldamento globale. Anzi, per Filippo la sovrappopolazione e il depauperamento delle risorse erano questioni prioritarie rispetto al cambiamento climatico”.
Un tema controverso
Filippo, ha spiegato l’esperta Ingrid Seward, “pensava che il più grande problema da fronteggiare per l’umanità fosse il fatto che la popolazione si stesse espandendo troppo velocemente”, a un ritmo insostenibile per il pianeta, le cui risorse non basterebbero per tutti. Per la verità, nonostante la divergenza di vedute con il padre, anche Carlo ha affrontato il tema della sovrappopolazione. Una questione tra le più controverse e spinose, poiché va a toccare convinzioni religiose, opinioni comuni, stili di vita. Nel giugno 2010, in un discorso allo Sheldonian Theatre, per celebrare il 25esimo anniversario dell’Oxford Centre for Islamic Studies, l’allora principe Carlo puntò i riflettori sulla necessità del controllo delle nascite nei Paesi in via di sviluppo, sostenendo che il rispetto per la vita dovesse essere bilanciato con la necessità di vivere secondo i limiti imposti dalla natura, pur rendendosi conto dei “difficilissimi dilemmi morali” che ciò comporta: “…Questo nostro povero pianeta, che ha già difficoltà a sostenere 6,8 miliardi di persone e in qualche modo dovrà supportare più di 9 milioni di persone entro 50 anni”. Le critiche furono inevitabili: il principe venne accusato di prevaricazione e per qualcuno le sue parole suonarono perfino discriminatorie.
Il primo Re ambientalista
Negli anni Carlo III ha ampliato la sua visione ecologista con temi come l’agricoltura e la moda sostenibili, la lotta allo spreco di cibo, l’economia circolare, sottolineando perfino che la quantità eccessiva di plastica un giorno sarebbe diventata un problema per l’intero pianeta. All’inizio in pochi lo presero sul serio, giudicandolo nient’altro che un principe “eccentrico”, poiché all’epoca la questione del clima e della conservazione delle bellezze naturali non era oggetto della stessa attenzione che vediamo oggi. “Le opinioni ‘stravaganti’ di Re Carlo sono ora mainstream”, titolò il Guardian Nel 2022. Il sovrano è stato lungimirante: “Alcune di queste idee erano radicali e in anticipo sui tempi di decenni…È difficile sopravvalutare il ruolo che [Carlo III] ha giocato nel porre questi argomenti all’ordine del giorno”, ha dichiarato Tony Juniper presidente di Natural England e di Wildlife Trust, citato da National Geographic.uk. “Sua madre è salita al trono molto giovane e nessuno sapeva per cosa avrebbe lottato”, ha affermato David Victor, professore alla University of California di San Diego. “Invece [Carlo] è salito al trono in tarda età e tutti sanno per cosa si batte. Ha usato la sua posizione per accrescere la consapevolezza [sull’ambiente] non solo nel Regno Unito, ma in tutto il mondo.
Per lungo tempo, probabilmente prima di molti politici, ha compreso l’importanza della questione”. Questa è la ragione per cui, secondo il professore, Carlo sarà ricordato come il primo “Re del clima”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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