I capi di Stato e di governo della Nato sono riusciti ad arrivare ad un accordo sul documento finale del vertice tenutosi a Washington D.C. I disaccordi sul linguaggio da utilizzare per quanto riguarda il riferimento al futuro ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza sono stati superati ed essa verrà segnalata nella dichiarazione come “irreversibile”.
Si tratta di un indubbio successo per il presidente Volodymyr Zelensky, che ha fatto pressione fino all’ultimo su questo punto grazie al supporto degli Stati membri dell’Europa orientale e ha raggiunto due obiettivi: blindare il cammino del suo Paese verso l’adesione al Patto atlantico e, stando a quanto dichiarato da un funzionario Nato rimasto anonimo, rendere a prova di “ripensamento il percorso nel caso cambiasse la situazione politica a Washington” con la vittoria alle elezioni di novembre del candidato repubblicano Donald Trump.
Nel comunicato non sarà specificata una data, ma verranno ricordate una serie di condizioni sul piano delle riforme e del contrasto alla corruzione a cui l’Ucraina dovrà adeguarsi. La Stampa ha riportato le affermazioni di fonti del governo statunitense, secondo le quali la questione dell’adesione non è solamente un tema politico. Kiev, infatti, dovrà rispettare anche da un punto di vista tecnico gli standard degli armamenti Nato, processo non facile né tanto-meno rapido. Nella bozza del documento, inoltre, è stato specificato che l'Ucraina potrà aderire solo se tutti gli attuali membri saranno d'accordo. Secondo fonti diplomatiche interne all'Alleanza, gli Stati Uniti e la Germania in particolare sono contrari ad affrettare il processo.
Nel documento vi sarà anche un riferimento a nuovi pacchetti di aiuti militari, in particolare per quanto riguarda i sistemi di Difesa aerea. Il presidente americano Joe Biden ha già annunciato una “donazione storica” da parte di Germania, Stati Uniti, Italia, Romania e Paesi Bassi, che invieranno alla nazione invasa dalla Russia “cinque sistemi strategici aggiuntivi per la difesa aerea nei prossimi mesi” che contribuiranno a “proteggere le città, i civili e i soldati ucraini”: batterie Patriot e sistemi Samp/T. Oltre a questi, in un comunicato diffuso dopo un evento per i 75 anni dell’Alleanza si è parlato anche dell’invio nei prossimi mesi di “dozzine di sistemi di difesa aerea tattici, tra cui i Nasams, gli Hawk, gli Iris T-Slm, gli Iris T-Sls e i Gepard”. Il coordinamento di queste nuove consegne sarà facilitato dall’apertura di un centro logistico a Wiesbaden, in Germania.
In più, la Nato nominerà un inviato speciale per il "vicinato meridionale", ovvero il fianco Sud dell'Allenaza. L'impegno è già stato inserito nella bozza della dichiarazione finale e fa seguito alle richieste dell'Italia, che da tempo insiste sulla necessità di non trascurare quest'area del mondo dove, negli ultimi tempi, Mosca ha considerevolmente aumentato la sua penetrazione politica e militare. Secondo quanto appreso dall'agenzia Nova, se verranno soddisfatte le richieste del governo Meloni sulla nomina di un italiano, egli verrà scelto tra i ranghi della Farnesina o della Difesa, ma certamente non tra gli esponenti della maggioranza.
Nel documento, infine, vi sarà spazio anche per la Cina.
Pechino “viene avvertita” del suo ruolo di sostegno alla Russia e, benché non saranno fatti riferimenti espliciti a consegne dirette di munizioni e armamenti, la dichiarazione finale dell’Alleanza parlerà di iniziative occidentali volte a colpire gli interessi del Dragone, come sanzioni per parte del sistema produttivo e finanziario cinese, e di un invito “a smettere il sostegno politico e materiale alla guerra della Russia”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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