Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, scarcerato lo scorso giugno a seguito di un patteggiamento con il Dipartimento della giustizia americano, torna a parlare in pubblico. "Alla fine ho scelto la libertà, piuttosto che una giustizia irrealizzabile", ha dichiarato nel discorso tenuto davanti a una commissione per i diritti umani del Consiglio d'Europa, a Strasburgo, che in un recente rapporto lo ha riconosciuto come prigioniero politico. Durante l'intervento, Assange ha descritto i lunghi anni di detenzione che ha vissuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra, definendo la sua cella "un sotterraneo", un luogo che ha reso evidente il deterioramento fisico e psicologico subito durante la sua lotta contro l’estradizione negli Stati Uniti.
Il fondatore di WikiLeaks a Strasburgo
Assange, visibilmente provato, si è scusato per il suo discorso esitante, spiegando che stava ancora cercando di riadattarsi dopo anni di isolamento, che, come ha affermato, "hanno lasciato il segno". La sua prigionia ha avuto inizio nel 2010, quando WikiLeaks ha pubblicato centinaia di migliaia di documenti riservati riguardanti le guerre in Afghanistan e Iraq. Quei documenti, secondo Assange, avevano lo scopo di informare l'opinione pubblica mondiale su importanti questioni riguardanti le azioni militari degli Stati Uniti e sui crimini di guerra commessi in tali contesti bellici.
Accompagnato dalla moglie Stella e dal direttore di WikiLeaks, Kristinn Hrafnsson, Assange ha espresso il suo disappunto nei confronti del sistema giudiziario americano. Ha rivelato che, come parte dell'accordo di estradizione con gli Stati Uniti, gli è stato impedito di portare il caso davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani o di presentare una richiesta ai sensi del Freedom of Information Act per ottenere informazioni su ciò che gli è accaduto. "La giustizia per me è ormai esclusa", ha detto Assange.
Il discorso su libertà e giornalismo
Nel suo discorso, il fondatore di WikiLeaks ha poi commentato la sua scarcerazione e la conseguente libertà, che, secondo lui, non è il risultato del funzionamento corretto del sistema legale. "Voglio essere chiaro: non sono libero oggi perché il sistema ha funzionato," ha dichiarato. "Sono libero oggi dopo anni di incarcerazione perché mi sono dichiarato colpevole di giornalismo. Mi sono dichiarato colpevole di aver cercato informazioni da una fonte, di aver ottenuto quelle informazioni e di averle rese pubbliche".
Assange ha voluto rimarcare che il suo lavoro non era altro che giornalismo investigativo, un’attività che ritiene fondamentale per una società democratica. "Non mi sono dichiarato colpevole di nient'altro", ha affermato, chiarendo che le sue azioni avevano l'obiettivo di informare il pubblico su verità scomode che sarebbero altrimenti rimaste nascoste.
Assange è stato incarcerato a Belmarsh nel 2019, dopo aver trascorso sette anni nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra per evitare l'estradizione negli Stati Uniti.
Il procedimento legale contro di lui ha avuto inizio nel 2010, quando WikiLeaks ha pubblicato centinaia di migliaia di documenti riservati riguardanti le guerre in Afghanistan e Iraq, scatenando la reazione delle autorità statunitensi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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