La profezia sulle rivolte di immigrati: "Pagheremo tutti..."

Le rivolte in Francia analizzate da Laurent Obertone che, con il suo libro Guerriglia (Signs publishing) ha predetto le rivolte delle banlieue

La profezia sulle rivolte di immigrati: "Pagheremo tutti..."
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Basta una piccola scintilla per far scoppiare un grande incendio. Ed è quello che è successo in Francia, dopo l'uccisione di Nahel, un 17enne di origine maghrebina, da parte della polizia. Le banlieue in fiamme, il Paese in stato di guerra, immigrati armati che, con il pretesto delle proteste, fanno razzie. Uno scenario immaginato e messo nero su bianco da Laurent Obertone nella sua trilogia Guerriglia (Signs publishing), il cui terzo volume verrà pubblicato in Italia a dicembre, in cui si racconta di una Francia messa in ginocchio, assediata e stuprata, da immigrati di seconda e terza generazione proprio in seguito all'uccisione di uno straniero: "Dietro di loro, le urla. Il gigante si era destato. L'esercito delle ombre stava per mettersi in marcia. Tutto ebbe inizio così". La finzione anticipa la realtà, anche se forse i libri di Obertone non avrebbero mai visto la luce se l'autore non avesse consultato un dossier dei servizi segreti francesi in cui si immaginava uno scenario simile, se non identico, a quello che si sta verificando in questi giorni.

In una recente intervista, commentando le rivolte delle banlieue, Obertone ha detto: "Le somiglianze (tra libri e realtà, ndr) sono sorprendenti. Il governo è altrettanto codardo, le periferie altrettanto pronte ad incendiarsi, il cittadino altrettanto passivo, la polizia altrettanto imbavagliata, i media e gli altri imbroglioni di sinistra altrettanto perfetti nella loro attiva complicità. Non so se si tratta di una prova generale o di una vera e propria guerriglia ma, come dico da tempo, questo Paese è una tanica di benzina a cui manca solo una scintilla. E non sto parlando di una guerra civile: la popolazione indigena si accontenterà di guardare la partita in tv, prima di asciugarsi la fronte e pagare il conto. Ci saranno forse alcune vittime che saranno dimenticate (...) e quelle non avranno un minuto di silenzio all'Assemblea". Secondo l'autore francese, i principali complici dei rivoltosi sono i politici e i giudici vigliacchi, i media che preferiscono alterare o tacere la realtà e una polizia che, per troppo tempo, è stata debole nelle banlieue: "Il governo ha liberato i suoi poliziotti e pagherà a lungo il prezzo della sua debolezza. Ma è già così quotidianamente, con questo disastroso lassismo giudiziario interpretato come licenza di impunità. Finché colpisce solo il cittadino onesto e non è troppo dannoso per la sua comunicazione, al governo non interessa". Ad aiutare, più o meno indirettamente, gli immigrati è la sinistra, che "fantastica su un'alleanza che non avrà mai luogo e perderà ancora di più il suo elettorato popolare nativo". Uscire da questa situazione pare impossibile. Il governo dovrebbe agire con fermezza, ma non può farlo. Per due motivi: il primo è che, così facendo, certificherebbe il fallimento di un modello di integrazione (che non c'è); il secondo è che un eccessivo uso della forza potrebbe scatenare ancora di più gli immigrati: "L'unica cosa che interessa ai politici, come sempre, è insabbiare lo scandalo, in attesa di una situazione più favorevole. Ci saranno quindi solenni promesse e discorsi, progetti di legge, ecc", afferma Obertone.

Parigi brucia. Ma è tutta l'Europa che rischia, come ci aveva spiegato l'autore francese in una precedente intervista: "Per ora sembra decisa a uccidersi, a distruggere la sua coesione, ad assecondare tutti i pazzi della terra.

Le mie parole sono forti, ma la passività generale, la negazione di questa realtà che da anni denuncio tende a infastidirmi, a rimanere educato. Perché oggi un profugo ha accoltellato dei bambini nei passeggini, in una piazza, e tra qualche giorno nessuno ne parlerà, né se ne ricorderà, e nulla cambierà. Fino al prossimo episodio".

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