Si compatta il fronte in Francia attorno al Rassemblement National in vista delle elezioni legislative previste per il 30 giugno e il 7 luglio. Il presidente dei repubblicani (Les Républicaines) Éric Ciotti ha annunciato un accordo con il partito di Marie Le Pen. “Lr oggi è troppo debole”, ha dichiarato all’emittente Tf1. “Credo che ci sia la necessità di servire il Paese che è in pericolo. Abbiamo bisogno di un’alleanza pur rimanendo noi stessi, un'alleanza con il Rassemblement National”. Nella serata di martedì 11 giugno, il candidato premier di Rn Jordan Bardella ha dichiarato che l'alleanza tra i due partiti è stata ufficializzata.
“Voglio preservare i deputati uscenti, voglio che la mia famiglia politica, che è stata ai margini dal 2012 e che ha visto avanzare il declino del Paese possa avere un gruppo numeroso in Assemblea”, ha aggiunto. La leader di Rn Marine Le Pen ha accolto con favore la decisione di Ciotti, definendo la mossa come “una scelta coraggiosa” e lodando “il senso di responsabilità” del leader dei repubblicani. “Rispondendo a questo appello a unirsi, Éric Ciotti sceglie gli interessi dei francesi rispetto a quelli dei nostri partiti”, ha scritto su X Bardella. “Uniamo le forze per combattere il caos migratorio, ripristinare l'autorità e l'ordine e sostenere il potere d'acquisto dei francesi. L’unione fa la Francia”.
En répondant à cet appel au rassemblement, Éric Ciotti choisit l’intérêt des Français avant celui de nos partis.
— Jordan Bardella (@J_Bardella) June 11, 2024
Unissons nos forces pour lutter contre le chaos migratoire, rétablir l’autorité et l’ordre, et soutenir le pouvoir d’achat des Français.
L’union fait la France.
L’annuncio non è stato accolto con favore dai compagni di partito di Ciotti. Il capogruppo dei repubblicani all’Assemblea nazionale Olivier Marleix ha affermato che il presidente di Lr “non impegna altri che sé stesso. Deve lasciare la presidenza di Les Republicains”. In risposta a queste parole, Ciotti ha dichiarato che “il mio mandato mi è stato dato dai militanti e solo i miei militanti potrebbero revocarmelo”. Dure critiche sono arrivate anche dal ministro dell’Interno Gerald Darmanin e dal titolare del dicastero del Lavoro Catherine Vautrin, entrambi esponenti del partito repubblicano. “Porta disonore alla famiglia gollista firmando gli Accordi di Monaco”, ha affermato il primo, denunciando “un’onta” e invitando i francesi a “svegliarsi”. “Eric Ciotti disonora la destra repubblicana, mi rivolgo a tutti gli eredi del generale de Gaulle e di Jacques Chirac”, ha tuonato invece la seconda.
Nel dibattito è intervenuto anche il presidente Emmanuel Macron che, in un’intervista a Le Figaro, ha risposto alla domanda se fosse impazzito quando ha preso la decisione di sciogliere l’Assemblea: “No, niente affatto: glielo confermo. Penso solo alla Francia. Era la decisione giusta, nell'interesse del Paese”.
L’inquilino dell’Eliseo ha poi dichiarato di escludere le dimissioni dalla presidenza della Repubblica “quale che sia il risultato” delle elezioni e che la campagna elettorale dimostrerà che il Rassemblement National non è pronto a governare il Paese.
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