"Vinceremo per l'America". Trump infiamma la folla nell'ultimo discorso prima dell'insediamento

Bagno di folla per il presidente eletto alla Capital One Arena di Washington: "Ho riunito un gabinetto di patrioti, visionari e riformatori"

"Vinceremo per l'America". Trump infiamma la folla nell'ultimo discorso prima dell'insediamento

Nella notte precedente la sua seconda incoronazione, Donald Trump ha scelto di infiammare la sua platea, giunta a Washington per manifestargli il suo sostegno. Si tratta della stessa claque di sostenitori che lo ha accompagnato in tutta la campagna elettorale e che, adesso, si è guadagnata u posto in prima fila per vederlo tornare alla Casa Bianca.

Il presidente eletto ha sorpreso la folla scendendo lungo la scalinata accanto ai fan, mentre Lee Greenwood eseguiva una versione dal vivo del canto di commiato del presidente eletto, "God Bless the USA". Trump, appena presa la parola, non ha descritto la sua vittoria come un'elezione pulita, sostenendo invece che i brogli, questa volta, non hanno avuto successo. "Ci hanno provato", ha tuonato senza fornire accuse specifiche. Così ha deciso di concedere alcuni "spoiler" ai suoi elettori, anticipando una serie di azioni esecutive del primo giorno. "Domani vedrete qualcosa", ha detto dalla Capital One Arena di Washington. "Vedrete ordini esecutivi che vi renderanno estremamente felici. Tanti."

Trump sta pianificando di emanare decine di misure esecutive (più di 100 solo nel primo giorno, almeno secondo quanto lui stesso racconta) nella sua prima settimana in carica, hanno riferito alla Cnn fonti a conoscenza dei suoi piani, tra cui quelle volte ad aumentare la produzione energetica degli Stati Uniti, rafforzare la sicurezza alle frontiere, ridurre la burocrazia elefantiaca del Paese.

Chiusa questa parentesi introduttiva, Trump ha inforcato alcuni dei suoi cavalli di battaglia, ovvero numerosi refrain della campagna elettorale, dipingendo un quadro cupo del Paese e annunciando profetico la sua tanto attesa repressione dell'immigrazione clandestina. Quanto alla promessa della restituzioe della verità gli americani, ha promesso ai partecipanti al comizio che "nei prossimi giorni" pubblicherà unan serie di documenti classificati e dunque inediti sugli assassinii di John F. Kennedy, Robert F. Kennedy e Martin Luther King Jr. Nonostante le precedenti promesse dei presidenti, tra cui Trump, di rilasciare quei documenti, la CIA, il Pentagono e il Dipartimento di Stato hanno ancora tutti documenti che si sono rifiutati di rilasciare. La giustificazione per cui quei documenti rimangono classificati deriva in gran parte dagli sforzi per proteggere le identità di fonti riservate che sono ancora vive, o potrebbero essere vive. Quando Trump era presidente, accettò all'epoca di non pubblicare l'intera tranche di documenti relativi all'assassinio di Kennedy su richiesta delle agenzie di sicurezza nazionale.

Ma il più grande regalo ai suoi fan è legato ai fatti di Capitol Hill, il luogo che ha rappresentato un punto di non ritorno nella storia americana, lo stesso dove ora si appresta a giurare da Presidente. Per questa ragione ha anticipato le misure di clemenza adottate per le persone accusate dell'attacco al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021. "Domani, tutti in questa grande arena saranno molto contenti della mia decisione sugli ostaggi J6", ha detto domenica durante il comizio alla Capital One Arena. "Ostaggi" è il termine con cui Trump descrive le persone condannate e condannate alla prigione o tenute in carcere in attesa del processo per ordine di un giudice. Trump ha ripetutamente promesso di perdonare gli imputati. La sua campagna ha affermato che avrebbe preso in considerazione perdoni e commutazioni di pena caso per caso, ma Trump stesso non ha mai escluso nulla e nessuno, compresi coloro che sono stati condannati per aggressione alla polizia o cospirazione sediziosa. Uno dei grandi interrogativi è, dunque, se concederà la grazia ad alcuni dei circa 174 imputati accusati di aver utilizzato un'arma mortale o pericolosa contro gli agenti di polizia.

L'attenzione però poi volge al tema che sta rubando la scena all'insediamento assieme al freddo polare: il Tik Tok ban. Sorprende la cura con cui Trump ha deciso di adottare una "linea morbida" rispetto alla questione, oltre che nei confronti di Pechino, invitando perfino Xi Jinping alla cerimonia di insediamento. Il presidente eletto si è vantato del fatto che TikTok sta iniziando a tornare online dopo aver confermato i piani di sospendere l'applicazione del divieto sull'app una volta insediato, aggiungendo che si aspetta che la sua amministrazione negozierà la vendita della piattaforma per garantirne la proprietà parziale da parte degli americani. Ma l'annuncio più grande è che Trump ha fatto sapere al suo team che visiterà la Cina dopo il suo insediamento.

Poi, come prima di un match, ha presentato la "sua squadra": Trump ha menzionato molti degli individui che ha scelto per servire nel suo Gabinetto, presentandoli alla folla in visibilio. Ha iniziato con Pete Hegseth, la sua scelta ambita per guidare il Pentagono. "Per attuare questo programma storico, ho riunito un gabinetto di patrioti, visionari e riformatori di tutto rispetto che combatteranno per l'America e insieme vinceremo, vinceremo, vinceremo per l'America", ha affermato. Trump ha poi confermato che venerdì visiterà la California per valutare i danni causati dai vasti incendi boschivi. "Avremo alcuni dei migliori costruttori del mondo", ha dichiarato in merito agli sforzi per ricostruire le aree colpite dentro e intorno a Los Angeles. "Faremo ripartire tutto".

Nelle sue parole non poteva mancare la tregua in Medio Oriente: sebbene il presidente Joe Biden sia ancora in carica, Trump ha rivendicato il merito dell'accordo di cessate-il-fuoco tra Israele e Hamas per liberare gli ostaggi israeliani, affermando che "questo accordo avrebbe potuto realizzarsi solo in seguito alla nostra storica vittoria di novembre". Trump ha attribuito il merito al suo inviato Steve Witkoff. La cooperazione tra i team di Trump e Biden nella negoziazione dell'accordo è stata "quasi senza precedenti", ha affermato un alto funzionario dell'amministrazione Biden dopo la conclusione dell'accordo, resa possibile da una rara intersezione di interessi tra acerrimi rivali.

Intanto a Washington

tutto è pronto per il giuramento al chiuso, mentre le temperature nella notte si fanno proibitive. Biden è pronto a lasciare la dimora presidenziale al suo successore: appuntamento a Capitol Hill alle 18.00 (ora italiana).

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