"Anche l'Italia usa l'Esercito". La bufala sui respingimenti

Il ministro Lamorgese rivendica: in Friuli inviati 200 soldati. Ma le riammissioni verso la Slovenia sono ferme al palo da febbraio

"Anche l'Italia usa l'Esercito". La bufala sui respingimenti

Avevamo già il modello spagnolo, con l’esercito ad intercettare i migranti, eppure non ce ne eravamo accorti. Che strano. Da giorni le immagini di Ceuta e Melilla occupano il dibattito pubblico e i media. I critici dell’immigrazione plaudono ai soldati di Sua Maestà che ricacciano i clandestini oltre le mura dell’enclave madrilena in Marocco. Gli “accoglienti” si stracciano le vesti per l’immagine, tragica, del bimbo recuperato in mare da un soccorritore spagnolo. In mezzo c’è la politica, che come al solito discute.

Salvini nei giorni scorsi ha invitato i colleghi di governo a copiare il modello Madrid e a schierare l’Esercito. In mare? In terra? Se farlo tra le onde appare complicato (“se mi date un consiglio dove metterli magari risolviamo il problema”, ha detto Lamorgese), c’è un non detto nella ricostruzione fatta dal ministro dell’Interno due giorni fa di fronte al Comitato Schengen di Camera e Senato. Se è vero che “anche noi abbiamo mandato 200 soldati in Friuli” a pattugliare la frontiera, non lo si può certo equiparare a quanto sta succedendo a Ceuta. Il premier Pedro Sanchez, socialista, in poche ore ha rispedito in Marocco 4.800 delle 8mila persone che avevano violato il confine. In Friuli Venezia Giulia, come può ricostruire ilGiornale.it, negli ultimi quattro mesi e mezzo, invece, le riammissioni verso la Slovenia sono ferme a zero.

Certo, i due contesti sono differenti. Ma non così tanto quanto si possa credere. La Spagna col Marocco ha un accordo sottoscritto nel lontano 1992 secondo cui i migranti arrivati su territorio spagnolo senza autorizzazione possono essere riportati indietro entro dieci giorni. Senza tanti complimenti. Il protocollo per molto tempo è stato applicato a pochi sporadici casi. Mentre dagli anni 2000 è diventato strumento prezioso contro le migrazioni incontrollate: lo hanno utilizzato premier socialisti e popolari di ogni estrazione politica. La Corte Costituzionale spagnola, di fronte alle proteste delle solite associazioni umanitarie, lo scorso novembre ha “certificato” la correttezza delle pratiche di respingimento. Che a quanto pare non sollevano neppure l’indignazione dell’Europa, solitamente così attenta a criticare l’operato italiano nel Mediterraneo.

Da noi le cose stanno diversamente. Nei primi cinque mesi dell’anno in Fiuli sono già stati rintracciati 2.419 stranieri, il 20% in più circa dell’anno scorso e in numero maggiore anche rispetto al 2019. Qui per qualche tempo il Belpaese ha concluso respingimenti verso la Slovenia: gli stranieri pizzicati entro un certo limite dal confine venivano rimandati indietro. Ma ci sono un paio di “però”. Intanto le procedure non sono così immediate come a Ceuta, nonostante Lubiana faccia parte dell’Ue e sia un Paese Schengen: nel 2020 a fronte di 6.477 migranti illegali solo 1.301 sono tornati indietro. E poi da febbraio ormai non riusciamo a riammettere nessuno. Come mai? “Una sentenza del tribunale di Roma sul ricorso di un pakistano ha di fatto azzerato i respingimenti - spiega al Giornale.it Pierpaolo Roberti, assessore regionale alle politiche dell’immigrazione - Qualche settimana fa un’altra sentenza ha sbugiardato quella testimonianza, ma ad oggi gli effetti non si vedono perché è ancora tutto fermo. I migranti rintracciati al confine per ora non vengono riammessi in Slovenia”.

La presenza dell’Esercito in Friuli, checché ne dica Lamorgese, ad oggi non ha nulla a che vedere col modello spagnolo. “La presenza dei soldati, che era partita quando c’era Salvini al ministero, l’avevamo chiesta per effettuare le riammissioni - lamenta Roberti - non per fare un servizio di accoglienza”. Rimandare indietro i clandestini servirebbe come deterrente, ma le sentenze dei tribunali e la farraginosità degli accordi con Lubiana ostacolano le procedure. “La verità è che l’Italia applica le regole sempre a proprio svantaggio - continua l'assessore - La Spagna respinge i migranti perché è un Paese di priumo ingresso. Ma il Friuli tecnicamente non lo è: il migrante che arriva da noi ha già passato due Stati membri dell’Unione, che dovrebbero prenderlo in carico. È inaccettabile che non lo facciano. Dall’altra parte, a Ventimiglia, la Francia invece fa respingimenti intra-Schengen senza problemi.

Perché Macron può farlo e noi no nei confronti della Slovenia?”. Forse mandare altri soldati non risolverebbe subito il problema. Ma una cosa è certa: dire che “anche noi” facciamo come la Spagna non è affatto corretto.

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