
L'espresso è una delle colonne della vita degli italiani. Talmente affezionati a questa estrazione estrema di 30 millilitri di bevanda da considerarla l'unica cosa che ha la dignità per essere chiamata caffè, parola di cui nel nostro Paese è praticamente sinonimo. Il caffè italiano probabilmente non è il migliore del mondo (gli speciality coffee vantano una materia prima assai più pregiata, anche se noi ci ostiniamo a considerarli una ciofeca senza speranza) ma è talmente influente da aver sdoganato un vocabolario italiano in ogni angolo del pianeta, cosa successa secoli fa per la musica: lì adagio, allegro e mezzosoprano, qui cappuccino, latte e macchiato, magari pronunciato macciato.
L'espresso in Italia è tanta roba: medicina, energizzante, occasione di incontro («un giorno prendiamoci un caffè») e break legalizzato al pari della pipì: nessun datore di lavoro, per quanto cerbero, può rifiutare una pausa tazzulella, foss'anche alla triste macchinetta nel corridoio.
Eppure questo totem dell'italianità non se la passa per niente bene. La tazzina costa sempre di più: uno studio condotto dal Centro di formazione e ricerca sui consumi, in collaborazione con Assoutenti, segnala che l'espresso al bar è aumentato del 20 per cento dal 2021, da una media di 1,03 euro agli 1,22 del gennaio 2025. Si dirà: poca cosa. Ma a parte il fatto che in Italia vengono servite ogni anno 6 miliardi di tazzine e quindi la spesa totale è aumentata di 1,14 miliardi «a parità di consumi», c'è il fatto che il prezzo della tazzina è una faccenda maledettamente seria, perché questa è sempre stata considerata un bene di prima necessità, il cui costo va calmierato per ragioni di ordine sociale.
Ma quali sono le ragioni di questa impennata? Prima di tutti il costo della materia prima, «aumentato in maniera incontrollata negli ultimi mesi, toccando nelle scorse settimane la cifra record d 4 dollari per libbra. Si stima un trend di incremento pluriennale del 200 per cento dal 2020 ad oggi», fa sapere la famiglia Goppion, titolare di una storica torrefazione di Preganziol, alle porte di Treviso. A sua volta questo è provocato dai cambiamenti climatici che hanno ridotto il raccolto in particolare in Brasile (da cui arrivano circa quattro chicchi su dieci) e in Vietnam, dalla maggiore richiesta di materia prima di qualità per il diffondersi degli specialty coffee anche in Paesi che fino a qualche hanno fa avevano un consumo trascurabile, e dalle spinte speculative. «Il caffè è una soft commodity e su queste la speculazione è molto alta», spiega Cristina Scocchia, ad di Illycaffe, che stima nei prossimi mesi si possano registrare ancora aumenti del 15-20 per cento a causa dei prezzi delle materie prime. Ad alimentare fenomeni speculativi c'è anche il clima di incertezza globale provocata dalle crisi internazionali e dallo spauracchio dei dazi dell'amministrazione Trump. «Non sappiamo se e quando e quali prodotti e aliquote arriveranno - afferma Riccardo Illy a capo del Polo del Gusto -. L'effetto alone dell'annuncio dei dazi è devastante, molto negativo perché causa incertezza». A tutto ciò si aggiunge il caro energia e l'impennata dei «costi di trasporto delle merci che arrivano dall'Oriente. Queste infatti non passano più attraverso il Canale di Suez, ma devono viaggiare più a lungo per arrivare a noi», considerano i Goppion.
La conseguenza di questa tempesta in una tazzina è un possibile cambio di abitudini, con una diminuzione delle visite al bar di cui per la verità ancora non ci sono segnali chiari. Anche perché il cliente, che non è tenuto a conoscere le dinamiche macroeconomiche, spezzo se la prende con l'ultimo attore della filiera, quello con cui ha familiarità quotidiana: il barista.
Per evitare il film 2025, Fuga dal Bancone, oltre a strumenti di sostegno finanziario da parte del governo a sostegno del settore, c'è la proposta dei Goppion: «Nella crisi attuale del settore caffeicolo dobbiamo vedere un'opportunità: ora è il momento giusto di far conoscere al grande pubblico qual è la filiera e come si compone, qual è il processo che dal chicco porta alla bevanda, quali sono le caratteristiche di un caffè fatto a regola d'arte. In questo modo il consumatore avrà modo di capire perché il caffè ha un valore, una storia alle spalle». Il futuro dell'espresso italiano è segnato: più costoso, più buone, più consapevole.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.