Ciriani difende i giovani di Fdi: "I veri violenti sono a sinistra"

Il ministro risponde alle critiche dem dopo l'inchiesta di "Fanpage": "Immagini decontestualizzate. Nessun riferimento al fascismo"

Ciriani difende i giovani di Fdi: "I veri violenti sono a sinistra"
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Chiara Braga, dem, interroga e il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, Fdi (foto), risponde. L'oggetto del question time è l'inchiesta di Fanpage su Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d'Italia. In estrema sintesi, dal video pubblicato dalla testata, quello realizzato grazie a un'azione undercover di una giornalista - affermano dal centrosinistra - emerge un legame ideologico tra i ragazzi di Gn e la nostalgia per due dittature novecentesche: fascismo e nazismo. Il Pd si dice «preoccupato», come ripete la deputata Michela Di Biase. Ciriani però risponde punto su punto a queste «preoccupazioni». In primis, Gioventù nazionale non è mai balzato alle cronache per gli attacchi ai collettivi di sinistra, afferma il capo di dicastero. «Sono altri, e di diversa ispirazione, i sodalizi che manifestano comportamenti illiberali e violenti», continua il ministro, sottolineando pure come Gn non sia mai stata segnalata per aver affisso manifesti inneggianti al nazismo o al fascismo. «Il movimento non ha mai attuato atteggiamenti che ostacolassero i giornalisti», ha fatto presente Ciriani. E poi l'inchiesta di Fanpage avrebbe «diffuso immagini di minori senza consenso». L'opera giornalistica, per l'esponente di Fdi, mostra anche «immagini decontestualizzate e frammentate». Una necessità c'è, ed è semmai quella di «non intossicare il confronto democratico». L'obiettivo di quel che è rimasto del «campo largo» è chiaro: provare a esasperare gli animi.

La narrativa è sempre identica a se stessa. «Bastava condannare parole e comportamenti di giovani fascisti ripresi da Fanpage. E magari assicurare indagini e provvedimenti. Invece Ciriani ha risposto nel question time con una disquisizione sul giornalismo d'inchiesta», tuona Braga, capogruppo Pd alla Camera, che dà al ministro dell'«avvocato di Gn». Tra le precisazioni di Ciriani, però, anche parole chiarissime su una delle parti più discusse dell'inchiesta: quella sui fondi del servizio civile. «Il servizio giornalistico - ha spiegato il politico originario di Pordenone - tende ad accreditare possibili intenzioni da parte degli aderenti a Gioventù Nazionale di ottenere finanziamenti con fondi pubblici a carico del servizio civile universale. Ad oggi nessuna associazione legata a partiti o movimenti politici risulta attiva nella gestione dei progetti del servizio civile». Insomma, molto rumore per nulla.

Ma ieri è stata anche la giornata in cui Ciriani ha dato un annuncio. Qualcosa di atteso anche dal resto della coalizione di centrodestra. «Il redditometro è uno strumento già superato.

Gli aspetti tecnico operativi, come da indicazioni del presidente del Consiglio e con il supporto del Parlamento, saranno affrontati nel primo provvedimento utile del governo». Forza Italia, con il senatore Pierantonio Zanettin, ha subito plaudito alla decisione. «E ha garantito che la nostra proposta sulla sua abolizione verrà introdotta in un prossimo provvedimento», ha chiosato l'azzurro.

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