L'Italia avanza in una classifica poco lusinghiera, ovvero quella dei Paesi europei con il peso percentuale più elevato di tasse e contributi sul Pil. Secondo l'Ufficio di statistica europeo, infatti, il nostro Paese con il suo 42,9% (+0,1% su un anno fa) è risultato nel 2022 al sesto posto (dal settimo). Da vedere dove si collocherà Roma l'anno prossimo, dopo che il governo guidato a Giorgia Meloni nel corso di quest'anno ha varato un corposo taglio del cuneo fiscale poi prorogato anche nel 2024 con la Legge di bilancio. E a proposito di manovra ieri è emersa una riduzione da tre a un anno della durata degli sgravi fiscali nel limite massimo annuo di 3.000 euro per le madri di due figli con rapporto di lavoro a tempo indeterminato. In serata, però, il ministero dell'Economia guidato da Giancarlo Giorgetti ha precisato che «la lettera inviata al presidente del Senato La Russa con la richiesta di correzione in manovra» della norma ha lo scopo «di rendere coerente il testo trasmesso al Senato con la relazione tecnica» anche perchè la misura originaria ha «sempre previsto un anno di copertura» e tre anni solo «per le donne con tre figli (o più)».
Tornando però alla classifica dei Paesi più tassati si apprende che nel 2022, nell'intera Ue a 27, il rapporto complessivo di tasse e contributi sul Pil si è attestato al 41,2%, segnando un calo rispetto al 41,5% visto nel 2021. Per un gettito complessivo di 6.549 miliardi.
Le quote più alte di tasse e contributi sociali in percentuale sul Pil si sono registrate in Francia (48%), Belgio (45,6%) e Austria (43,6%). Vicina all'Italia anche la Germania: 42,1 per cemto. All'opposto si trovano invece Irlanda (21,7%), Romania (27,5%) e Malta (29,6%). MAst
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