
«Qualsiasi escalation militare porterà molto probabilmente all'uccisione di altri ostaggi», promette il portavoce di Hamas, Abu Obeida. Si alza il livello dello scontro, almeno a parole in Medioriente, mentre la tregua prosegue ma è minacciata. Donald Trump, che ieri ha anche bocciato il piano della Lega araba su Gaza, ha avvertito Hamas: «Liberate tutti gli ostaggi ora, non più tardi, e restituite immediatamente tutti i cadaveri delle persone che avete assassinato, altrimenti per voi è finita. Sarà l'inferno». Il gruppo integralista ha risposto: le minacce «mettono a repentaglio il cessate il fuoco». «Se Trump vuole che gli ostaggi vengano rilasciati, deve fare pressione su Netanyahu affinché inizi i negoziati sulla seconda fase», ha replicato il portavoce Hazem Qassem, poi superato dalla minaccia del portavoce di uccidere i rapiti.
Israele vorrebbe prolungare la tregua per riportare a casa gli ostaggi, ma la distanza con Hamas appare ancora siderale, nonostante i colloqui diretti tra gli estremisti e gli Stati Uniti. Il nuovo capo dell'Esercito israeliano, Eyal Zamir, ha ribadito che le Forze Armate si stanno «preparando per tornare a combattere» e il ministro della Difesa, Israel Katz, ha minacciato di ricominciare la guerra con «un'intensità mai vista» se non torneranno gli ostaggi. Nel frattempo, Israele ha bloccato gli aiuti verso la Striscia, uno stop che secondo l'Unicef «minaccia la vita di bambini e neonati» e un drone ha colpito Gaza City, provocando un morto e diversi feriti.
A Gerusalemme saranno invece schierati da oggi 3mila agenti per garantire l'ordine sulla Spianata delle Moschee (il Monte del Tempio per gli ebrei), in vista del primo venerdì del mese di Ramadan, sacro per i musulmani.
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