Dispiace davvero vedere di nuovo il Libano in preda a una terribile crisi, come negli anni '90. L'aggressività degli Hezbollah al servizio degli ayatollah ha trascinato tutto il mosaico di fedi e di etnie nel baratro del folle disegno di distruzione dello Stato d'Israele e di guerra all'Occidente. Ma come per il 7 ottobre, la vera successione degli eventi sfugge al buon senso, alle chiacchiere dei talk show. Non provocati, da 11 mesi e mezzo gli Hezbollah, che non hanno niente a che fare con Gaza, hanno bombardato Israele ogni giorno per pura solidarietà con Hamas. Hanno reso deserte città e campagne del Nord, strappandole alla sovranità del loro stato, Israele. Israele ha tenuta bassa la risposta mentre gli Usa cercavano una mediazione. Ma con il Partito di Dio non c'è niente da mediare, come con Hamas. Tuttavia mai, in quasi un anno, si è sentita una protesta o una risoluzione Onu che li richiamasse alla risoluzione 1.701; non una presa di posizione dell'Ue, non una richiesta francese o tedesca di piantarla di partecipare alla più sporca delle guerre, dalla parte degli assassini. Adesso invece, visto che Israele agisce per porre fine alla vicenda, non contro il Libano ma contro gli Hezbollah, sia Guterres sia Borrell hanno subito sentito il bisogno di biasimare; la stampa mondiale riprende i numeri del ministero della sanità libanese e anche la grande stampa li spara in prima pagina. Le case da cui Israele nella valle della Bekaa ha cercato di far sgomberare la gente prima dell'attacco contenevano missili ed esplosivo. Distruggere i missili forniti dall'Iran a centinaia di migliaia è indispensabile per bloccare Hamas, così come affrontare la schiera dei suoi comandanti e distruggerla. Questo ha fatto vittime collaterali, e duole: purtroppo ci sono anche dei civili, ma sparare soprattutto questo in prima pagina significa un sottinteso classico, già molto in voga per Gaza: non la guerra contro il terrorismo, ma l'accusa per cui dopo i palestinesi vittime ecco i libanesi, ecco che di nuovo gli ebrei ammazzano donne e bambini. Il sottinteso è che ci sia una crudeltà specifica: forse una sorta di vezzo etnico, come per Gaza? Al contrario, Israele fa di tutto per evitare morti civili mentre i suoi nemici, Hamas come Hezbollah, fanno di tutto per farne il loro scudo e poi il centro della loro propaganda. Associarsi alle accuse esaltandole, è puro antisemitismo, non accade con nessun altro conflitto. Il nemico di Israele non è il Libano sono gli Hezbollah, che hanno giurato di distruggere Israele. Dopo la fine dell'Isis e di Al Qaida, Israele cerca di eliminare un pericolo diretto prima di tutto verso le sue città, ma che ha già colpito gli Usa, l'Europa, il Sud America.
Che cosa vuol dire Borrell quando dice che «entrambe le parti» devono attuare un cessate il fuoco? Nasrallah deve mettere fine alla sua continua minaccia, così da poter far tornare la gente d'Israele a casa. Israele non può smettere di combattere finché questo scopo minimale e legittimo non venga raggiunto.
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