I paletti di Tajani: "Insieme alla Lega ma nessuna intesa con Le Pen e Afd". Fi convocata il 15

Il campo largo del centrodestra a Strasburgo è il terreno di confronto della coalizione che sostiene il governo guidato da Giorgia Meloni

I paletti di Tajani: "Insieme alla Lega ma nessuna intesa con Le Pen e Afd". Fi convocata il 15
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Il campo largo del centrodestra a Strasburgo è il terreno di confronto della coalizione che sostiene il governo guidato da Giorgia Meloni. Il patto di ferro che ancora ieri Matteo Salvini ribadiva con il Rassemblement National di Marine Le Pen e con Alternative für Deutschlande è motivo di ostacolo per un avvicinamento di leghisti e azzurri a Strasburgo.

E a sottolinearlo è lo stesso coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. «Con Salvini siamo pronti a fare alleanze in Italia e fuori. Il problema non è mai stato e mai sarà Matteo Salvini e la Lega - spiega il vicepremier -. Il problema sono Afd e il partito della Le Pen perché sono anti-europeisti. Come si fa a governare l'Europa con chi è contro l'Europa? C'è incompatibilità non solo con Forza Italia ma con la famiglia del Partito popolare europeo». «Con la Lega - aggiunge Tajani - siamo alleati in Italia, al governo nazionale, a livello locale. Su questioni di interesse nazionale anche a Bruxelles capita di votare insieme». Già nei giorni scorsi altri esponenti azzurri avevano sottolineato che l'unico problema della prossima campagna elettorale europea può essere soltanto sulla scelta degli slogan. Non possono essere scelte critiche aperte all'operato della Commissione guidata dalla von der Leyen, dicono, visto che è stata sostenuta pure dal Ppe. Ma è proprio questo il punto dolente, secondo gli uomini della Lega. «Davvero l'amico Tajani preferisce continuare a governare con Pd, socialisti e Macron? - si chiede il capo delegazione del Carroccio a Strasburgo, Marco Campomenosi -La Lega lavora per cambiare la maggioranza in Europa e dare vita, finalmente, a un progetto di centrodestra unito, capace di dare risposte concrete ai cittadini dopo anni di mal governo delle sinistre. Non è il momento dei diktat, né di decidere a priori chi escludere dal progetto di centrodestra europeo, tanto più se questo arriva da chi fino a oggi è stato a braccetto di Pd e socialisti in Ue».

Anche la premier Meloni trova l'accordo tra popolari e socialisti «innaturale e inadeguato alle sfide che l'Europa è chiamata ad affrontare». E in un'intervista al Corriere conferma che è necessario superare la maggioranza Ursula per dare al Parlamento e alla Commissione una nuova maggioranza di centrodestra. «Da qui al 9 giugno 2024 ci saranno elezioni nazionali importanti. In Spagna, dove si vota a luglio, è possibile un governo di centrodestra con Popolari e conservatori, dopo che in Italia, Svezia e Finlandia si sono imposti governi di centrodestra», aggiunge il presidente del Consiglio. «Intanto a Bruxelles sui singoli provvedimenti si creano alleanze allargate alternative alla sinistra. È una fase stimolante - dice - i conservatori e l'Italia possono giocare un ruolo centrale».

La Meloni domani volerà a Varsavia per le Giornate di studio del gruppo Ecr. A introdurre i lavori, alla presenza della Meloni e del premier polacco Mateusz Morawiecki, saranno i presidenti del gruppo Ecr a Strasburgo: Ryszard Legutko e Nicola Procaccini. Si parlerà di «Europa libera e unita in tempi di cambiamenti geopolitici globali», di transizione energetica e di «famiglia al centro delle politiche Ue».

Forza Italia intanto ha annunciato che il Consiglio nazionale si terrà a Roma il prossimo 15 luglio.

All'ordine del giorno, si legge nella lettera di convocazione figurano oltre l'elezione del nuovo presidente anche il «riconoscimento del ruolo di Silvio Berlusconi nello statuto». Dietro questa formula c'è l'intenzione dello stesso Tajani, in accordo con la famiglia del leader appena scomparso, di inserire il suo nome in maniera definitiva nel logo del partito.

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