La riforma giudiziaria annunciata dal governo di Benyamin Netanyahu sta incontrando numerosi ostacoli in Israele, tra cui anche una sorta di ammutinamento. Ad oggi mancano i piloti che sul volo di Stato dovrebbero condurre premier e consorte a Roma per l'incontro con il premier Giorgia Meloni di giovedì. É infatti andato deserto l'avviso della compagnia aerea di bandiera israeliana per le candidature per il personale di volo. Il commissario di squadriglia deve per legge pilotare il volo del primo ministro, ma al momento non ci sono né il copilota né l'equipaggio. Anche se in serata, la direttrice generale della linea di bandiera El Al, Dina Ben Tal Ganancia, ha fatto sapere che «il premier partirà secondo i piani. Non possiamo assecondare boicottaggi di alcun genere, tanto meno nei confronti del primo ministro di Israele che è per noi un grande onore trasportare in una missione di Stato».
Ma non è tutto, perché altri piloti hanno imbracciato la clava della protesta bianca: ben 37 riservisti su 40 hanno annunciato il forfait ai loro obblighi di addestramento finché il governo insisterà con la riforma. Si tratta dell'unità denominata «I martelli» che opera sui caccia F-15I dalla base aerea di Hatzerim, nel sud del Paese.
Intanto nelle piazze del Paese, per il nono fine settimana consecutivo, 400mila persone hanno manifestato contro la riforma, nella sola Tel Aviv ce n'erano 160mila. Al termine della manifestazione principale polizia e cittadini si sono scontrati, dopo il tentativo di occupare l'autostrada di Ayalon, la più grande strada della capitale. Cariche a cavallo e cannoni ad acqua: così la polizia ha agito contro i manifestanti per disperderli, ma il quotidiano «Haaretz», vicino alla sinistra e oppositore di Netanyahu, asserisce che la polizia sarebbe intervenuta mentre i manifestanti stavano lasciando l'autostrada in modo pacifico. Il bilancio finale è di 4 arresti, mentre l'autostrada è stata riaperta dopo un'ora.
Per le strade, accanto ai manifestanti, anche le «ancelle», ovvero donne vestite in rosso con il copricapo bianco a nascondere il volto, tratte dal libro di Margareth Atwood che si rivolgevano al capo del governo con questo slogan: «Bibi la democrazia non è un gioco di Purim», con riferimento al carnevale ebraico che si terrà fra pochi giorni. Cavalca il malcontento delle piazze anche il leader dell'opposizione Yair Lapid che attacca Netanyahu. Secondo il premier invece i manifestanti stanno cercando di «creare anarchia» e forzare un'altra elezione. Nel disegno di legge di Netanyahu, approvato dalla Knesset, un mese fa, la riforma puntella il potere del governo sulle nomine giudiziarie e impedisce alla Corte suprema di interferire sulle leggi e di bloccare quelle che modificano le norme semi-costituzionali.
Un riflesso di questa situazione è giunto anche da oltreoceano, dove il Dipartimento di Stato sembra non gradire la visita del ministro della finanze Betzalel Smotrich, leader del partito nazionalista Sionisimo religioso, che la scorsa settimana dopo l'attentato palestinese in cui due fratelli israeliani erano stati uccisi, aveva
detto che il luogo dell'attentato, il villaggio palestinese di Huwara, «dovrebbe essere cancellato». Secondo il portavoce del dipartimento di Stato Ned Price si tratta di «parole irresponsabili, ripugnanti e disgustose».
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