Israele, via all'espansione nel Golan. Teheran: "Saranno sepolti in Siria"

Approvato il piano per raddoppiare la popolazione sulle alture occupate. Minaccia pasdaran. Telefonata Bibi-Trump su Iran, Gaza e post Assad

Israele, via all'espansione nel Golan. Teheran: "Saranno sepolti in Siria"
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Grandi manovre e nuove tensioni sulla Siria dopo la caduta di Assad. Oltre ai raid (450 in una settimana) «per impedire che le armi siano usate contro Israele» e dopo aver occupato la zona cuscinetto fra il Golan e la Siria, il governo israeliano ha approvato all'unanimità un piano per raddoppiare la popolazione delle alture del Golan, al confine fra i due Paesi. L'obiettivo è l'espansione demografica in quel territorio siriano occupato da Israele nel 1967 e la cui annessione, nell'81, non è riconosciuta da gran parte della comunità internazionale (Usa esclusi) perché ritenuta in violazione del diritto internazionale. Il piano israeliano prevede un investimento di 40 milioni di shekel (11 milioni di dollari) per lo sviluppo demografico del Golan, «alla luce della guerra, del nuovo fronte in Siria e del desiderio di raddoppiare la popolazione», ha dichiarato l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu per giustificare la mossa. Si tratta di un allargamento per via demografica invece che con le armi, in un'area dove ci sono già 30 insediamenti israeliani e dove vivono anche circa 20mila siriani, in gran parte drusi arabi. Il premier israeliano Netanyahu promette che Israele «continuerà a mantenere » quel territorio, «a farlo prosperare e a colonizzarlo». Ma la mossa è stata duramente condannata dall'Arabia saudita, che l'ha definita «il proseguimento del sabotaggio dell'opportunità di ripristinare la sicurezza e la stabilità in Siria». E rischia di alzare la tensione con i nuovi padroni della Siria, i jihadisti di Hayat Tahrir al Sham (Hts). Il leader Al Jolani ha criticato i raid israeliani sostenendo abbiano superato una serie di «linee rosse», anche se ha rassicurato di non avere nessuna intenzione di entrare in conflitto con Israele.

Chi invece è tornato a minacciare lo Stato ebraico è l'eterno nemico, l'Iran, alleato del deposto dittatore siriano. Israele «non si rallegri troppo» per la situazione in Medio Oriente perché «pagherà un prezzo alto» e «sarà sepolto in terra siriana, anche se ci vorrà del tempo», ha avvertito il generale Hossein Salami, comandante dei Guardiani della Rivoluzione.

Per discutere degli ultimi sviluppi nella regione e di un accordo sugli ostaggi a Gaza, Netanyahu ha sentito ieri mattina Donald Trump. Una conversazione definita «molto amichevole, calorosa e importante», di cui il premier ha riferito in un video in cui avverte Hezbollah e Iran che continuerà ad agire contro di loro «per impedire che ci facciano del male». Il presidente eletto americano avrebbe espresso il desiderio di una tregua prima del suo ingresso alla Casa Bianca, affermando che ci sarà «l'inferno da pagare» se gli ostaggi non torneranno.

A Gaza si continua a morire. Le vittime sono 45mila e un cameraman di Al Jazeera è rimasto ucciso nell'area del mercato del campo profughi di Al-Nuseirat, nel centro della Striscia. Ahmad Baker Al-Louh, 39 anni, In Israele resta alta la preoccupazione. L'emittente tv ha definito la sua uccisione «un'uccisione mirata da parte delle forze di occupazione israeliane a Gaza».

Domani una missione diplomatica francese sarà in Siria per «provare a stabilire i primi contatti» del dopo

Assad. Il futuro è un'incognita, anche se il Paese si sta avviando verso un'apparente normalità e scuole e università hanno riaperto. In quest'ottica, l'inviato speciale Onu ha chiesto la fine delle sanzioni occidentali.

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