Un ostaggio di Hamas è stato trovato. Vicino all'ospedale al-Shifa. Morto. Anzi morta. Perché si tratta di Yehudit Weiss, una sessantacinquenne che era stata rapita dai miliziani nel kibbutz di Be'eri nel sabato di sangue del 7 ottobre. Nel giorno in cui il ministro della Difesa di Gerusalemme annuncia che Gaza City è stata presa e l'esercito israeliano «si sta muovendo verso la fase successiva», i militari israeliani hanno perlustrato il più grande ospedale della Striscia. L'obiettivo era seguire le tracce lasciate da Hamas per individuare qualche indizio capace di portare ai loro prigionieri israeliani o di altre nazionalità. Ma i soldati con la stella di David non pensavano certo di trovarne uno in persona, ancorché cadavere.
Mercoledì e ieri per venti ore i militari israeliani hanno battuto palmo a palmo la struttura, tra pazienti e medici terrorizzati. I giornalisti della Bbc, embedded con i militari, raccontano di «armi e materiale di intelligence, comprese informazioni relative agli attacchi di Hamas del 7 ottobre» nascosti nell'ospedale. E poi «nuove prove» dell'esistenza di una rete di tunnel costruita dalla fazione islamica sotto il complesso ospedaliero, che i soldati con la stella di David stanno cercando di individuare. Ma i militari, come detto, cercavano soprattutto indizi che conducano agli ostaggi, una priorità assoluta per il governo israeliano, che ieri sera ha anche riunito il gabinetto di guerra per discutere del presunto sì di Hamas a barattare il rilascio di 50 ostaggi con una tregua di qualche giorno. Ad al-Shifa diverse immagini e video sarebbero stati trovati sui computer abbandonati dai miliziani. «Questo è solo la punta dell'iceberg, quello che sono stati costretti a lasciare, noi riteniamo che ci fosse molto di più», dice un portavoce il tenente colonnello Jonathan Conricus. Anche se Hamas parla di una «messa in scena all'ospedale Shifa a Gaza, con armi, munizioni, computer e uniformi militari sugli scaffali delle corsie come se fosse un supermercato».
I soldati che hanno occupato la struttura garantiscono di essersi mossi per le corsie «con discrezione, pazienza e completezza», ma molte testimonianze raccontano un'altra storia. «Nell'ospedale non c'è né acqua né cibo né per i pazienti né per il personale», fa sapere il ministero della Sanità di Hamas. Va male ai vivi, va peggio ai morti. «C'erano soldati israeliani al pronto soccorso - dice il direttore dell'ospedale Muhammad Abu Salmiya - e hanno portato via tutti i cadaveri che giacevano davanti al pronto soccorso. Non abbiamo idea di dove li abbiano portati». Il direttore calcola che nella struttura ci siano 650 pazienti, tra i quali 36 bimbi prematuri, più di 500 medici e almeno 5mila rifugiati. Testimoni parlano addirittura di aver udito chiaramente degli spari in corsia. Quella sanitaria resta una delle emergenze più gravi nella Striscia. «Nell'area Nord della Striscia - dice Giovanna Bizzarro, rappresentante italiana per la Croce Rossa in Palestina - sono rimaste solo cinque ambulanze». Nei giorni scorsi Israele aveva accusato i miliziani di Hamas di servirsi delle ambulanze per spostarsi all'interno della Striscia.
La «capitale» della Striscia è una città spettrale, semivuota, in cui ieri sono stati anche interrotti tutti i servizi di telecomunicazione causa esaurimento delle fonti di energia. Nelle mani israeliana c'è ora anche l'area portuale di Gaza, che era nelle mani di Hamas.
Razzi di Hamas sono stati trovati anche nella stanza di una bambina palestinese di Beit Hanun, dietro alla porta su cui era scritto «Baby Girl». Missili israeliani hanno colpito la casa del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, che però vive in esilio in Qatar.
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