«Sono stanco». Joe Biden ammette in privato quello che non può permettersi di dire in pubblico, ma che il pubblico ormai percepisce da tempo. A gettare luce sullo stato d'animo dell'anziano presidente (il più anziano della storia Usa), che a 80 anni punta ad un nuovo mandato, è il libro «The Last Politician: Inside Joe Biden's White House and the Struggle for America's Future», del giornalista dell'Atlantic Franklin Foer. È il resoconto dei primi due anni di Biden alla Casa Bianca, tra le luci di una Presidenza che venne accolta dalla maggioranza degli americani come un «balsamo» necessario, anche «un po' noioso», dopo gli anni turbolenti di Donald Trump. E le ombre di una condizione fisica e mentale che, come viene fotografato impietosamente dai sondaggi, ultimo quello del Wall Street Journal, porta la maggioranza degli elettori nel loro complesso, il 73%, a ritenere che l'attuale presidente sia «too old for the job», troppo anziano per un secondo mandato.
L'uscita del libro non ha fatto che rilanciare il tema dell'età di Biden, che negli ultimi tempi la Casa Bianca ha cercato di minimizzare, stendendo attorno al presidente un cordone sanitario fatto di rarissimi incontri con la stampa e rari impegni mattutini. È «sorprendente» che Biden «abbia così poche riunioni mattutine o presieda così pochi eventi pubblici prima delle 10 del mattino», scrive Foer, per poi affondare il colpo: «La sua immagine pubblica riflette il declino fisico e l'ottundimento delle facoltà mentali a cui nessuna pillola o regime di esercizio fisico può ovviare». Considerazioni che hanno fatto breccia tra i cronisti che frequentano quotidianamente la Casa Bianca, che hanno incalzato la portavoce Karine Jean-Pierre. «Perché così pochi impegni la mattina, il presidente è stanco?», ha chiesto la settimana scorsa un giornalista. «La tua è una considerazione ridicola», la risposta seccata di Jean-Pierre. Altrettanto seccata la risposta data a chi chiedeva come mai la Casa Bianca trattasse Biden «come un bambino». Il riferimento era ad un altro passaggio del libro di Foer, nel quale viene rievocata una delle famose gaffe. Putin «non può rimanere al potere», disse a Varsavia nel marzo 2022, poche settimane dopo l'invasione dell'Ucraina. Casa Bianca e dipartimento di Stato corsero ai ripari, rettificando le sue parole. Impensabile, per un'amministrazione democratica, anche solo accennare ad un cambio di regime in un Paese straniero. «Non potete trattarmi come un neonato!», tuonò Biden al suo staff, secondo la ricostruzione di Foer. «Nessuno tratta il presidente degli Stati Uniti, il comandante in capo, come un neonato», ancora una volta la risposta di Jean-Pierre.
Poco conta, come ha ricordato la portavoce, che proprio la costruzione dell'unità del fronte Occidentale nel sostegno a Kiev contro l'aggressione russa sia uno dei principali meriti dell'attuale Presidenza. Le qualità di «esperienza» e «saggezza» che Biden ha messo in campo e che vengono evocate dalla Casa Bianca quando emerge il tema dell'età, sembrano contare sempre meno agli occhi degli elettori. E tra i Democratici, dopo gli ultimi sondaggi, crescono le preoccupazioni. Si teme per il presidente un «momento McConnell».
Uno di quegli episodi, due nelle ultime settimane, dei quali è stato protagonista l'81enne leader repubblicano del Senato Mitch McConnell, rimasto «congelato» mentre parlava in pubblico. Decine di interminabili secondi che hanno fatto temere il peggio. Per Biden sarebbe probabilmente la fine di ogni speranza di rielezione.
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