Clima di altissima tensione nel M5s dopo lo strappo di giovedì. Grande attesa per il Consiglio nazionale grillino, un crocevia fondamentale per delineare le strategie pentastellate. Via la fiducia a prescindere, anche se Draghi dovesse decidere di restare. Questo è uno degli schemi su cui si è ragionato nel corso del vertice di ieri. Bisogna però fare i conti con una grande divisione. Secondo Dire, il ministro Federico D’Incà è assolutamente contrario a questo scenario. E non sarebbe il solo, la spaccatura è sempre più evidente. Fonti grilline precisano che la richiesta di dimissioni dei ministri non è arrivata da Conte - protagonista di un confronto con i "suoi" ministri - confermando la compattezza del gruppo. Tra voci e indiscrezioni, c'è una certezza: il M5s è in tilt, non sa cosa fare, non sa come uscire da questa crisi innescata senza motivi validi. Una polveriera, presumibilmente senza futuro.
“Oggi faremo le nostre valutazioni”, la conferma della capogruppo M5s al Senato, Mariolina Castellone. Qualche parola in più dal ministro Stefano Patuanelli, tra gli assenti al voto di ieri. "Si è dimesso il presidente del Consiglio, di fatto è il governo dimissionario", la sua analisi lasciando la sede 5 Stelle. Il titolare delle Politiche agricole ha evidenziato che è in corso un confronto interno: “Continuerà nelle prossime ore con tutti gli organi del M5s, dal presidente al Consiglio nazionale alla delegazione di governo che adesso si è incontrata con il presidente Conte. Faremo tutte le nostre valutazioni”.
Protagonista della crisi politica, Conte è impegnato in una serie di riunioni informali con i vertici M5s. Per il momento non è stata programma la ripresa della riunione, interrotta ieri in tarda serata, ma sono attesi aggiornamenti a stretto giro di posta. Giuseppi deve fare i conti con parecchi malumori, a partire dalle critiche taglienti di Davide Crippa. Il capogruppo alla Camera ha accusato il leader pentastellato di aver tagliato fuori il Consiglio nazionale dalla scelta dell’Aventino parlamentare. “Tutto è stato deciso con i soliti noti”, l’affondo riportato da Adnkronos.
Una possibile soluzione potrebbe essere quella del voto online della base, come già accaduto per il sostegno al governo di unità nazionale.
Sul tavolo, una votazione per permettere agli iscritti di valutare il ritiro dei ministri dal governo, oppure per sancire la posizione da prendere in caso di un'eventuale nuova votazione sulla fiducia all'esecutivo. Una mossa che consentirebbe a Conte di non assumersi responsabilità, come al solito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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