Il nazionalismo di Viktor Orban scatena le proteste del governo ucraino. Il caso è scoppiato sull'insolito terreno di un campo da calcio, dopo che il premier ungherese ha esibito una sciarpa con un'antica mappa del suo Paese che includeva anche territori ucraini. «Promozione del revisionismo», ha denunciato Kiev, che ha convocato l'ambasciatore di Budapest. «Non mischiare il calcio alla politica», la replica del leader ungherese.
La sciarpa incriminata, indossata da Orban domenica durante una partita tra la sua nazionale e la Grecia, richiamava alla «Grande Ungheria»: il regno che fino al 1918 comprendeva territori ucraini, rumeni, croati, austriaci, serbi e slovacchi, poi ceduti a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale. Cessioni che il leader nazionalista ha ripetutamente messo in discussione da quando è diventato capo del governo, nel 2010. Aprendo controversie con i Paesi vicini. L'esibizione della sciarpa da parte di Orban ha provocato una dura reazione a Kiev. «Abbiamo convocato l'ambasciatore ungherese per comunicargli che l'atto di Orban è inaccettabile e che ci aspettiamo delle scuse ufficiali ed il rifiuto delle violazioni dell'integrità territoriale ucraina», ha fatto sapere il portavoce del ministero degli Esteri, Oleg Nikolenko, aggiungendo che «la promozione delle idee revisioniste in Ungheria non contribuisce allo sviluppo delle relazioni ucraino-ungheresi». Analoga protesta per un «gesto revisionista e contro la realtà» dal governo romeno, in particolare dall'eurodeputato Alin Mituta, che ha parlato di «comportamento irresponsabile» da parte di Orban. A Budapest il premier ungherese ha provato a gettare acqua sul fuoco: «Il calcio non è politica, non vediamo quello che non c'è», ha scritto su Facebook. «La nazionale è la squadra di tutti, ovunque essi vivano», ha aggiunto, riferendosi ai circa due milioni di cittadini di origine ungherese che vicino nei paesi vicini.
Tuttavia,
l'irritazione ucraina viene da molto più lontano, perché il premier ungherese è stato il leader europeo più riluttante nel sostenere Kiev dopo l'invasione russa. La sua simpatia per Vladimir Putin, del resto, non è mai stata dissimulata.
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