Possiamo dire che tutto incomincia col crollo del muro di Berlino e la scomparsa della divisione in due blocchi ideologici: il mondo libero e quello sovietico. La gente improvvisamente ha avuto l'impressione che fosse scomparso il nemico e il mondo fosse ora un unico grande Paese. Su queste basi si è rapidamente affermata l'ideologia della globalizzazione che ha eliminato le frontiere, liberalizzato gli scambi e costituito un unico mercato. Il contemporaneo sviluppo della digitalizzazione e dell'ideologia della illimitata uguaglianza e libertà digitale ha reso possibile tutto questo.
Parallelamente, si sono affermati quattro immensi Stati-nazione: gli Usa, la Cina, l'India e la Russia. Mentre sul piano economico sono sorti monopoli sovranazionali come Microsoft, Amazon e Google. L'Europa invece non ha creato uno Stato-nazione e non ha nemmeno creato monopoli informatici, indebolendosi. Ma il processo di dissoluzione delle frontiere e lo stravolgimento del lavoro hanno stravolto la vita sociale a tutti i livelli, fino alla famiglia e alla coppia, ma ha anche precipitato la geopolitica in uno stato di convulsivo sviluppo e disordine, dove si alternavano onnipotenza e disperazione. Le rivolte islamiche e populiste e la sfida del potere cinese all'egemonia americana hanno incrinato il grande mercato universale.
È in questo clima di conflitto e caos che il Covid ha inasprito le tensioni, avvantaggiando la Cina e ricompattando l'Occidente in sofferenza contro Pechino e la Russia. Oggi il mondo è di nuovo diviso in due, è finita la grande ugualizzazione, sono riprese vigorose le individualità nazionali e culturali, sono risorte le istituzioni e si torna a progettare il futuro.
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