C'è aria di riforma della giustizia. Dovrebbe infatti tenersi oggi, secondo fonti di governo, anche se al momento non è stata ancora convocata, la cabina di regia tra il premier Mario Draghi e i capidelegazione delle forze di maggioranza.
D'altronde la Guardasigilli Marta Cartabia è al lavoro da tempo sulla questione, con il focus puntato su prescrizione e giustizia civile. Il ministro lo aveva detto di recente: «Gli obiettivi sono davvero impegnativi, in cinque anni dobbiamo abbattere del 25% i tempi dei procedimenti penali rispetto al 2019 e dobbiamo abbattere del 40% i tempi di definizione del processo civile».
Sulla prescrizione è ancora scontro con i 5 stelle, che non vogliono cedere puntando al fatto che deve essere abolita dopo il primo grado di giudizio. Un punto che era contenuto già nella riforma Bonafede.
La Cartabia in un recente convegno a Milano, aveva peraltro sottolineato che «il prossimo rinnovo dell'organo di autogoverno - il Csm - non può avvenire, e questo - aveva detto - mi sembra condiviso da tutti, con le attuali leggi». Per questo le riforme della giustizia sono «necessarie e urgenti, tra cui anche quella dell'ordinamento giudiziario e del Csm. Quelle del processo civile, a volte ingiustamente sottovalutate, sono già state licenziate dal governo e sono ora incardinate al Senato». Una riforma, quindi, «molto profonda che va a incidere su punti nevralgici della procedura penale».
Il ministro aveva lanciato un appello a una critica costruttiva, «ma mai sterile» da parte dei partiti. Ma i pentastellati continuano a criticare, dando segno di non voler seguire questa direzione, peraltro attaccando le proposte di referendum portate avanti da Lega e Radicali. Molto si capirà dalla cabina di regia di oggi.
Dalla sua, Matteo Salvini tira a dritto sulle polemiche. La linea del suo partito è quella di appoggiare la riforma, ma di continuare anche con la raccolta firme, perché ciò a cui si punta è apportare profondi cambiamenti a un sistema che non funziona da decenni. Cambiamenti su responsabilità dei magistrati, elezione del Csm, equa valutazione dei magistrati, separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e magistrati giudicanti, limiti degli abusi della custodia cautelare e abolizione della legge Severino in materia di incandidabilità.
Dopo il successo delle 100mila firme raccolte nell'ultimo weekend, è ormai febbre da referendum, con sempre più personaggi che aderiscono. Gli ultimi sono Guido Crosetto, Luigi Amicone (fondatore del settimanale Tempi), Alda D'Eusanio, Giovanni Terzi, (giornalista, volto tv, già in politica e vittima di un clamoroso errore giudiziario, attuale compagno di Simona Ventura). Firmeranno anche Mauro Coruzzi, in arte Platinette e Gabriella Privitera Corona, madre di Fabrizio.
L'obiettivo è quello di arrivare a superare il milione di firme, per cui nel prossimo weekend saranno nuovamente presenti su tutto il territorio nazionale i 1.500 gazebo previsti.
L'altro ieri Matteo Salvini ha fatto una lunga videoconferenza con tutti
i 140 leghisti responsabili dei referendum a livello regionale e provinciale: «Il risultato dei primi giorni di raccolta - ha detto - è stato straordinario, è una grande occasione per cambiare la giustizia dopo decenni».
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