Tajani al consiglio di Fi: "No a derive anti-Ue, noi antidoto ai pacifinti"

Il ministro degli Esteri: "Ridurre i dazi al 10% e abbassare i costi di produzione"

Tajani al consiglio di Fi: "No a derive anti-Ue, noi antidoto ai pacifinti"
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«Mai derive anti-europeiste nel governo, non le accetteremo». Un obiettivo concreto nella risposta all'offensiva statunitense: ridurre al 10% i dazi all'Unione Europea. E un attacco alla piazza «pacifista» che rischia di diventare «pacifinta».

Con l'inno di Forza Italia, quello nazionale e quello europeo, prende il via al Palazzo dei Congressi di Roma il consiglio nazionale di Forza Italia. Insieme ad Antonio Tajani, e a tutto lo stato maggiore del partito, è presente il presidente del Partito Popolare europeo Manfred Weber. Una presenza significativa nel momento in cui Forza Italia rivendica con forza il proprio ancoraggio europeo e con il Ppe lavora per far capire che non può esistere pace senza giustizia e sicurezza.

«Silvio Berlusconi sapeva quanto fosse urgente proteggere l'Europa. Abbiamo unito l'Europa dopo la seconda guerra mondiale. De Gasperi aveva le lacrime agli occhi quando la Francia respinse la Comunità europea di Difesa, la prima idea per unire l'Europa. I nostri padri di centrodestra e cristiano-democratici, qualche anno dopo la fine della Seconda guerra mondiale, hanno avuto l'idea di creare un'Unione per la difesa europea. E noi come Ppe non accetteremo lezioni di pace dai populisti e dalla sinistra. Sappiamo meglio di chiunque altro cosa fare». Weber invoca la costruzione di un'architettura di sicurezza duratura in Europa, tramite una strategia comune. «Aziende come Leonardo, Airbus e Saab dovrebbero unire le forze sulla difesa missilistica, i droni, la difesa aerea e la tecnologia satellitare. Questa è una grande opportunità per Paesi come l'Italia, con una solida base produttiva. Dobbiamo garantire che i soldi dei contribuenti europei vengano spesi per le armi europee e non capisco perché alcuni politici italiani non vedano l'opportunità di una forte industria della difesa italiana».

Il consiglio nazionale è convocato per lavorare in vista del congresso del Ppe che si terrà a fine mese a Valencia e che vedrà lo stesso ministro degli Esteri candidato alla vicepresidenza. «Noi siamo costruttori di pace a differenza dei pacifinti, che quando sono al governo aumentano le spese militari», attacca Tajani. «Il consiglio nazionale vuole dare una risposta a pacifinti e sfascisti». Poi sui dazi avverte: «Niente panico», serve «conoscenza di quello che sta accadendo valutando sempre l'interesse dei cittadini e delle imprese. Noi non siamo per la guerra commerciale. Se poi diventa indispensabile intervenire e dare un segnale allora lo si potrà dare ma non in un'ottica di escalation. Il primo obiettivo potrebbe essere la riduzione dal 20 al 10% per poi arrivare a dazi zero».

Il segretario di Forza Italia guarda oltre la disfida sul commercio. «Dobbiamo ridurre i costi di produzione che potrebbero anche equivalere, in una fase iniziale, al costo dei dazi. Il Ppe deve avere il coraggio di mettersi alla guida di una nuova Europa che protegga meglio i cittadini europei. Lavoriamo per esplorare nuovi mercati con un piano che punta a rafforzare le nostre imprese sui mercati emergenti. Già la prossima settimana sarò in India e in Giappone e all'inizio della settimana, guardando al mercato interno europeo, abbiamo organizzato alla Reggia di Caserta l'incontro con le imprese olandesi.

Poi ci saranno gli incontri con tutto il mondo produttivo». Infine il rilancio di un obiettivo politico ambizioso: «Se vogliamo passare dal 10 al 20% bisogna lavorare moltissimo. Non vi lascerò respirare, dobbiamo dare il massimo e lo devo fare io per primo. Sono pronto».

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