Il professor Giovanni Gozzini è stato sospeso dallo stipendio per tre mesi per aver pesantemente offeso Giorgia Meloni durante una trasmissione radiofonica. L’ordinario di storia contemporanea dell’Università di Siena aveva descritto la leader di Fratelli d’Italia utilizando parole come “ortolona” e “pesciarola” intervenendo durante un programma andato in onda a metà febbraio su una stazione locale. Espressioni condite da una scarica di veleno e di considerazioni che poco avevano a che spartire con la ricerca storica, la dialettica politica e il confronto con chi ha opinioni diverse dalle proprie. Gozzini aveva rivolto le sue scuse all’ex ministra della Gioventù poche ore dopo i fatti. Gesto che non era servito ad ammorbidire il giudizio dei suoi colleghi di dipartimento e quello dei principali esponenti della scena politica. Meloni aveva infatti potuto contare su una solidarietà bipartisan.
Il Consiglio di amministrazione dell’ateneo toscano ha accolto il parere espresso dal Collegio di disciplina sulla sanzione proposta dal rettore Francesco Frati per quanto pronunciato da Gozzini durante la sua ospitata radiofonica. Il Collegio di disciplina aveva constatato “la rilevanza dei fatti sul piano disciplinare, le offese nei confronti dell'onorevole Giorgia Meloni”, confermando la proposta di sospensione del rettore Frati. In quella sede Gozzini affermò: “Ho sbagliato e chiedo scusa per il danno arrecato all'immagine della mia Università e chiedo anche scusa per il dolore provocato ai miei colleghi. Tutto ciò non era nella mia volontà”. Il Consiglio di amministrazione ha approvato una mozione, nella quale si sottolinea “Il ruolo dell'Università, istituzione culturale centrale nella società, e la responsabilità che questo ruolo implica nel rispetto dei valori fondanti della nostra comunità, anche sul piano etico e morale”. Al tempo stesso si afferma che “gli insulti e le denigrazioni” di Gozzini “hanno violato il rispetto e la dignità dell'onorevole Meloni”. Nella mozione si ricorda che il rettore Frati aveva detto come “Gli attacchi volgari e sessisti rivolti all'onorevole Meloni impongono a noi tutti una seria riflessione” e pertanto, condannando le offese e gli insulti del professore Gozzini, il Cda dell'Ateneo ritiene lecito chiedersi “Se stiamo smarrendo l'idea di Università come luogo della valorizzazione e della trasmissione critica delle conoscenze. La domanda non è retorica e non implica quindi alcuna risposta predeterminata. Se il rettore richiama la necessità di una riflessione, allora ciascuno di noi dovrebbe interrogarsi prima di archiviare questo, ed altri recenti episodi, nell'ambito delle responsabilità esclusivamente individuali”.
Il documento dell’ateneo senese prende le distanze in maniera chiara e netta da Gozzini: “Le parole sono state usate male. Gli insulti e le denigrazioni, che hanno violato il rispetto e la dignità della persona, sono antitetici al pensiero critico esercitato confrontando le idee in modo appassionato, rispettoso, logico, senza preconcetti e con rigore morale ed espressivo. Questa violazione, già sottolineata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, trascende i nostri provvedimenti disciplinari – comunque atti dovuti, necessari e corretti – che per loro natura non possono essere l’epilogo nel quale si compie il nostro apparente riscatto”.
Una bocciatura senza appello che diventa un monito per chi avesse intenzione di mettere in scena una performance simile a quella di Gozzini. Il legittimo diritto di critica non può essere confuso con la libertà di insulto.
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