Il sospetto, e probabilmente qualcosa di più, era già venuto un po' a tutti negli ultimi mesi. Per questo, quanto diffuso dall'intelligence americana, non sconvolge più di tanto ma forse servirà a mettere un po' all'angolo chi in questo anno ha pontificato sulla guerra in Ucraina e sulla Russia e su Putin e su fantasiosi equilibri geopolitici, forte soltanto della propria malafede. I documenti americani che sono stati da poco declassificati, rivelano che la Russia sta portando avanti un programma «sistematico» di diffusione della propaganda pro-Cremlino attraverso «obiettivi civili» negli Stati Uniti e in occidente. In particolare, il servizio di sicurezza federale russo da tempo è al lavoro per cercare di influenzare la politica e l'opinione pubblica in Occidente inviando civili russi, apparentemente indipendenti, a costruire rapporti con figure di rilievo negli Usa e in Europa così da diffondere una narrazione pro-Russia anche sui media. E, a quanto pare, non è difficile capire che la strategia abbia almeno in parte attecchito.
Anche il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak rilancia la tesi della propaganda russa con strampalate ipotesi di cessate il fuoco e accuse alla controffensiva impantanata di Kiev: «Questo indica solo una cosa: il panico crescente tra le élite russe, la mancanza di comprensione su cosa fare e una paura catastrofica di perdere... Quindi, dobbiamo andare fino in fondo», ha detto. Ma c'è anche un'altra rivelazione, questa volta del britannico Guardian, a proposito della controffensiva. Poco più di 10 giorni fa, una delegazione della Nato avrebbe incontrato alcuni rappresentanti dei vertici militari ucraini in una località al confine tra Ucraina a Polonia per discutere dello scarso avanzamento di Kiev. L'incontro, che sarebbe stato segretissimo e avrebbe avuto una durata di circa cinque ore, si sarebbe tenuto alla presenza del capo dell'esercito ucraino generale Valerii Zaluzhny e dell'intero team di comando, che il quotidiano definisce un «Consiglio di guerra». Insieme a loro, anche il generale statunitense Christopher Cavoli, comandante supremo delle forze Nato in Europa, e l'ammiraglio britannico Tony Radakin, capo di Stato maggiore dell'esercito del Regno Unito. Lo scopo del summit sarebbe stato dare un nuovo impulso alla controffensiva di Kiev.
E, sarà un caso o forse no, i risultati sembrano arrivare. A Sud le forze di Kiev stanno sfondando le difese russe e nella regione meridionale di Kherson stanno superando i blocchi messi in campo da Mosca. Passi avanti anche nella regione occidentale di Zaporizhzhia, con i comandanti militari russi che lanciano l'allarme perché mancano i rinforzi. Anche l'Istituto americano per lo studio della guerra conferma le pesanti perdite degli occupanti negli ultimi giorni.
Azioni intense anche nella penisola di Crimea. «Le forze ucraine possono colpire ovunque e in qualunque momento in Crimea», ha detto il capo dell'intelligence militare di Kiev Kyrylo Budanov. L'intelligence britannica invece lancia l'allarme: la Russia non starà a guardare e per risposta alle perdite a Sud, cercherà di riprendere l'offensiva nel Nord-Est del Paese.
Probabile che l'obiettivo sia di avanzare verso il fiume Oskil e creare una zona cuscinetto attorno alla regione di Luhansk. Intanto segnalate esplosioni a Melitopol e Mariupol, occupate dai russi, mentre le forze di Mosca hanno bombardato un bar vicino a Kupiansk. Due civili sono rimasti uccisi e un terzo è rimasto ferito.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.