I fondi di previdenza italiani? Sono sempre più "sostenibili"

Oltre tre fondi su quattro in ambito previdenziale scelgono la sostenibilità: il nuovo report del Forum per la Finanza Sostenibile mostra la vivacità del mercato italiano

I fondi di previdenza italiani? Sono sempre più "sostenibili"

I fondi previdenziali italiani scoprono a tutta forza la sostenibilità e ne fanno un perno delle loro strategie. Lo rivela una ricerca del Forum per la Finanza Sostenibile promossa in collaborazione con Mefop e MondoInstitutional sullo stato dell'arte dei fondi pensionistici e quelli ad essi affini nel panorama nazionale.

Oltre tre operatori su quattro nel settore degli investimenti previdenziali analizzati dal Forum costruiscono attorno ai loro fondi strategie per la sostenibilità. Per la precisione, 68 degli 89 piani previdenziali indagati dal Forum includono i criteri Esg di sostenibilità nell'analisi della redditività dei fondi. La crescita è di oltre il 20% rispetto al 2021, quando erano 55, e la quota di fondi previdenziali con ottica sostenibile è al 76%. "Tra le categorie più attive su questo fronte figurano i fondi pensione negoziali, i fondi pensione aperti e le casse di previdenza", nota il rapporto. Le maggiori opportunità sono individuate dagli autori del report "nella possibilità di coniugare l’impatto socio-ambientale con un congruo ritorno finanziario, nella mitigazione del rischio reputazionale, nell’impulso proveniente dal contesto normativo e nella gestione più efficace dei rischi finanziari. In merito ai tempi previsti per la decisione finale sull’adozione di investimenti sostenibili, nella metà dei casi il processo di valutazione potrebbe concludersi entro un anno".

La filosofia dei fondi previdenziali italiani è quella espressa da Francesco Bicciato, Direttore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile, principale organizzazione indipendente italiana, ai nostri microfoni. Parlando con IlGiornale.it, Bicciato ha sottolineato che l'impegno a contenere l’impatto socio-ambientale degli investimenti è importante se va di pari passo con l'attestazione una certezza nel ritorno degli impegni degli investitori in campo Esg. Bicciato ha dichiarato che la sostenibilità deve essere sociale, economico-finanziaria e ambientale. E oggigiorno il Forum indica che per i fondi e i piani analizzati proprio la combinazione tra le "tre gambe" segnalate da Bicciato è fondamentale nello spingere verso gli Esg gli investitori, complici le mutazioni nel contesto normativo, segnato in particolare dal lancio della Tassonomia Green dell'Unione Europea che traccia una linea netta tra ciò che è definito contribuente alla sostenibilità e ciò che non lo è.

In crescita, in Italia, anche l'engagement dei clienti verso gli obiettivi di sostenibilità riguardo "la gestione dei rischi legati al cambiamento climatico; il rispetto dei diritti umani; la promozione della parità di genere; la riduzione delle emissioni climalteranti", promosso secondo il report dal 70% dei fondi e dei piani d'investimento sostenibili. Da non sottovalutare anche le criticità che gli operatori intervistati dal Forum per la Finanza Sostenibile lasciano intendere essere emerse: esse "riguardano la mancanza di dati ESG affidabili e standardizzati e di certificazioni che tutelino contro il greenwashing".

Fronti su cui il mercato italiano deve sicuramente fare di più. Ma che sulla base della domanda crescente di trasparenza sarà sicuramente una priorità per legislatori e operatori della finanza che hanno reso, orami, un mainstream del settore il tema della sostenibilità e degli Esg.

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