Casal Bruciato, nuove proteste contro l'assegnazione delle case ai rom

Alla periferia Est della Capitale assegnato un alloggio a una famiglia con 12 figli. E scoppia l'ira dei residenti

Casal Bruciato, nuove proteste contro l'assegnazione delle case ai rom

L’aria che si respira a Casal Bruciato, il quartiere popolare alla periferia Est della Capitale che si è già rivoltato contro i rom, è quella che anticipa una nuova ondata di proteste. Il casus belli è sempre lo stesso: l’assegnazione di una casa popolare ad una famiglia di nomadi. Segno che il malessere dello scorso 8 aprile, esploso con le barricate di via Cipriano Facchinetti, cova ancora.

La palazzina finita nel mirino di residenti e comitati di quartiere si trova in via Sebastiano Satta, al civico 20. È qui che stamattina è approdata una famiglia di nomadi provenienti dal campo della Barbuta: madre, padre e dodici figli. “Attorno alle dieci e trenta di questa mattina è arrivata una famiglia di rom, scortata da funzionari del Comune, agenti della Digos e vigili urbani”, ci racconta Stefania Martelloni, che per prima ha notato il viavai. Un vero e proprio cordone di sicurezza, pensato per scoraggiare le proteste e permettere ai legittimi assegnatari di entrare in possesso dell’alloggio. “All’inizio – spiega – ci hanno detto che si trattava di una famiglia, poi abbiamo visto arrivare quattordici persone e gli inquilini hanno iniziato a preoccuparsi”. “Perché quella casa non è andata ad una famiglia di italiani? Perché i rom ci scavalcano nelle graduatorie? Forse perché la Raggi deve sbrigarsi a liberare i campi rom?”. Sono le domande che si pone Stefania.

La famigliola, asserragliata al secondo piano dell’edificio, stando alle ricostruzioni di Repubblica, sarebbe stata minacciata dal capannello di inquilini che si è radunato davanti al portone d’ingresso. “Tanto vi tiriamo una bomba”, gli avrebbe gridato qualcuno. “Abbiamo subito delle minacce. Ci sono queste persone qui sotto e non sappiamo come dobbiamo fare. Ci hanno detto che dobbiamo andare via e non possiamo stare qui. I bambini hanno paura”, denuncia il padre.

Nel frattempo, sentito da Il Giornale.it, Fabrizio Montanini, coordinatore dei comitati di quartiere del IV Municipio, spiega: “​Ci hanno contattato i residenti appena hanno visto arrivare i primi rom e adesso stiamo riflettendo sul da farsi, pensiamo di ripetere le proteste vittoriose di via Facchinetti, dove abbiamo scongiurato l’arrivo di una famiglia rom”. All’epoca, infatti, gli assegnatari avevano rinunciato alla casa ed erano stati dirottati altrove. In quell’occasione si era mobilitata anche CasaPound, che oggi torna a sposare la causa dei residenti.

“Stiamo chiedendo l’autorizzazione per manifestare domani pomeriggio, l’idea è quella di organizzare un corteo per chiedere che le case popolari vengano assegnate prima agli italiani”, annuncia Giorgio Dossena, esponente locale delle tartarughe frecciate. Stavolta però le istituzioni sembrano intenzionate a non darla vinta ai manifestanti.

La minisindaca grillina del IV Municipio, Roberta Della Casa, dalle colonne di RomaToday, ha già fatto sapere che “non abbiamo intenzione di piegarci alle strumentalizzazioni politiche e alle proteste”. La rotta, ha concluso, “​è quella della legalità”.

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