Coriandolo, virtù e benefici dell'erba aromatica

Nota sin dall'antichità, quest'erba aromatica possiede virtù calmanti, antibatteriche e digestive

Coriandolo, virtù e benefici dell'erba aromatica

Il coriandolo è un'erba aromatica appartenente alla famiglia delle Apiaceae o Umbelliferae ed è originario dei Paesi del Mediterraneo. Appartiene alla stessa specie del finocchio, del prezzemolo, del cumino e dell'aneto. Noto anche come prezzemolo cinese, il termine latino "coriandrum" fu citato per la prima volta da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, in riferimento alla presunta somiglianza dell'odore dei frutti acerbi e dello sfregamento delle foglie con quello di una cimice.

Del coriandolo vengono utilizzati sia i frutti che le foglie. I primi, granelli simili al pepe, sono gialli e si caratterizzano per il sapore dolciastro che ricorda i limoni. Le seconde, decisamente più piccanti, hanno trovato ampia accoglienza nella cucina orientale. Vediamo insieme quali sono le sue proprietà e i suoi benefici.

Un po' di storia del coriandolo

Coriandolo

Originario dell'Europa meridionale e del Medio Oriente, il coriandolo è stato accolto sin dall'antichità come pianta aromatica e medicinale. Basti pensare, ad esempio, che in alcune tombe egizie esso veniva rappresentato come offerta rituale. L'utilizzo era ampiamente diffuso anche fra i Micenei, come attestano le tavolette in lineare B e fra i Romani. Questi ultimi lo miscelavano con sale e aceto per conservare i cibi.

Apicio, scrittore, gastronomo e cuoco romano ne proponeva una ricetta, il "coriandratum", ovvero un condimento di varie pietanze. Plinio il Vecchio, nella già citata Naturalis Historia, vantava le virtù terapeutiche del coriandolo. A suo dire, mettendo alcuni semi sotto il cuscino al levare del sole, si poteva alleviare il mal di testa e far sparire la febbre.

Un'altra curiosità legata a quest'erba aromatica è la motivazione per cui oggi sono definiti "coriandoli" i pezzetti di carta colorata che tradizionalmente si fanno volare a Carnevale. Nel XV secolo, durante i festeggiamenti di questa ricorrenza, si soleva lanciare in aria semi di coriandolo glassati. Nel tempo i dischetti di carta attualmente conosciuti hanno preso il posto dei dolcetti, pur mantenendo il loro nome.

Le proprietà del coriandolo

Coriandolo

Ricco di terpeni e di alcoli, l'olio essenziale di coriandolo è noto per le sue virtù carminative, antispastiche e digestive. Stimolando la produzione di succhi gastrici, favorisce il processo digestivo. Viene, inoltre, utilizzato per contrastare il colon irritabile,il gonfiore addominale, l'aereofagia, il mal di stomaco, la diarrea e l'inappetenza. Le spiccate proprietà antibatteriche lo rendono un vero e proprio antibiotico naturale. Secondo alcune ricerche, il coriandolo può essere impiegato per curare infezioni, intossicazioni alimentari e si dimostra, altresì, efficace contro funghi e altri microrganismi.

Grazie alla presenza di sostanze quali vitamine, fibre, sali minerali e antiossidanti, la pianta stimola il sistema nervoso e funziona come tonico per lenire il senso di stanchezza e l'apatia. Infine, non meno importante, è la sua azione chelante nei confronti dei metalli pesanti. Essa, infatti, è in grado di rimuovere il mercurio, il cadmio, il piombo e l'alluminio presenti nelle ossa.

Il coriandolo in cucina

Coriandolo

Grazie al suo sapore delicato che non copre, ma anzi esalta quello degli altri cibi, il coriandolo - fresco oppure essiccato - si presta a vari utilizzi in cucina. Le foglie insaporiscono primi piatti come zuppe di legumi, di cereali, minestroni e secondi piatti di carne o di pesce. I semi, diversamente, oltre a formare famose miscele di spezie come il curry e il garam masala, impreziosiscono insaccati e sottaceti. Ottimo rimedio contro il meteorismo è la tisana di coriandolo che si prepara lasciando macerare le foglie secche coperte per cinque minuti in una tazza di acqua bollente.

Versatile, gustosa, curativa.

Tuttavia anche quest'erba aromatica presenta delle controindicazioni. Il suo uso è sconsigliato durante la gravidanza e l'allattamento, ma anche se si assumono ansiolitici, antidepressivi e farmaci che regolano la funzionalità di stomaco e intestino.

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