Sono problematiche molto diffuse, ma delle quali ancora oggi si parla poco. Ci riferiamo alle cosiddette disfunzioni del pavimento pelvico e, più precisamente, all'ipertono e all'ipotono dello stesso.
Per quale motivo, per un lungo periodo, si è minimizzata o addirittura ignorata la sintomatologia che la contrattura o la perdita di tono di questa importante area muscolare comportano? Innanzittutto, perché il pavimento pelvico, essendo una zona alquanto nascosta, non è stata ritenuta importante al fine di un approfondimento medico e ciò ha, altresì, influito in maniera negativa sulla scarsa consapevolezza che le donne hanno in merito. Non bisogna poi obliare i tabù culturali, essendo questa regione strettamente connessa a funzioni quali la minzione, la defecazione e la sessualità.
Cos'è il pavimento pelvico?
Con il termine pavimento pelvico si indica un'area a forma di rombo che, estendendosi dalla sinfisi pubica al coccige, chiude in basso la cavità addomino-pelvica e circonda l'uretra, la vescica, la vagina e l'apparato ano-rettale. Esso si divide in due strati: superficiale e profondo. I muscoli dello strato superficiale, ovvero ischiocavernosi, bulbocavernosi e trasversi superficiali del perineo, sono coinvolti nella risposta sessuale.
Nello strato profondo, responsabile della continenza fecale e urinaria, sono invece presenti tre muscoli: puborettale, pubococcigeo e ileococcigeo. Il compito del pavimento pelvico è quello di sostegno dei vari organi racchiusi al suo interno (retto, vescica, utero) e di contribuire alla già citata continenza fecale e urinaria. Dunque, quando il pavimento pelvico si contrae, impedisce all'urina di fluire attraverso l'uretra e alle feci di passare tramite il canale anale. Al contrario, il rilassamento dello stesso consente l'eliminazione di urina, feci e gas.
Disfunzioni del pavimento pelvico: l'ipertono
Poiché la maggior parte delle volte, come si è già detto, non si è coscienti della muscolatura del pavimento pelvico, non è raro che essa si contragga in maniera eccessiva, dando così origine a una condizione che prende il nome di "ipertono". Diverse sono le cause che provocano l'irrigidimento della muscolatura. Si pensi, ad esempio, all'abitudine errata di trattenere la pancia per sembrare più magre.
Non devono, poi, essere sottovalutati altri fattori quali: incontinenza da urgenza o da sforzo, vulvodinia, cistiti frequenti, cistite interstiziale, vaginiti, posture scorrette. A questi si aggiungono ragadi, emorroidi e interventi chirurgici, in particolar modo l'episiotomia, che possono determinare l'insorgenza di cicatrici fibrotiche le quali, a loro volta, influenzeranno negativamente le normali funzioni di contrazione e di rilassamento muscolare.
La contrattura dei muscoli genera una compressione di vene, arterie e nervi. È così, quindi, che si attivano i trigger points (aree tese, rigide e assai doloranti con algia che si irradia nelle zone adiacenti) e i tender points (aree di dolore meno intenso e più circoscritto). Le manifestazioni dell'ipertono del pavimento pelvico interessano vari apparati. Si hanno dunque:
- sintomi genitali: bruciore, dolore, vaginismo, dispareunia, vulvodinia, anorgasmia, infezioni vaginali;
- sintomi rettali: dolore anale e perianale, stipsi, sensazione di mancato svuotamento fecale;
- sintomi urologici: cistite, tenesmo, flusso lento, forzato, intermittente, a spruzzo, gocciolamento post minzionale, sensazione di mancato svuotamento vescicale.
Disfunzioni del pavimento pelvico: l'ipotono
Problematica opposta all'ipertono è l'ipotono del pavimento pelvico che si verifica quando quest'ultimo e tutte le strutture ad esso collegato si indeboliscono. Si tratta di una condizione frequente in gravidanza, dopo il parto e durante il delicato periodo della menopausa.
Una delle conseguenze maggiormente frequenti della perdita del tono muscolare è il prolasso, ovvero la discesa in vagina di uno o più organi pelvici. Esistono quattro stadi relativi all'entità della protrusione e, in base all'organo che si abbassa, si distingue il cistocele, l'isterocele e il rettocele. Il disturbo provoca una sensazione fastidiosa di qualcosa che fuoriesce dalla vagina. A questa si possono associare altri sintomi, quali:
- perdite di urine, gas e/o feci;
- dolore pelvico;
- difficoltà nella minzione;
- costipazione;
- mal di schiena.
L'ipotono del pavimento pelvico provoca, altresì, incontinenza urinaria, ossia la perdita involontaria di urina. Essa può essere da sforzo o da urgenza nel momento in cui si presenta uno stimolo impellente di urinare. Nel caso in cui queste due tipologie coesistano, si parla di incontinenza urinaria mista.
Riabilitazione del pavimento pelvico
Le disfunzioni del pavimento pelvico possono essere superate con successo. Il primo passo da compiere è quello del raggiungimento della consapevolezza dell'importanza di quest'area muscolare. Successivamente ci si affida a un professionista per intraprendere un percorso di riabilitazione. Per iniziare, il fisioterapista, mediante un esame specifico, valuterà i sintomi della paziente, la tonicità dei muscoli pelvici, dell'addome, dell'anca, del bacino e una serie di parametri quali l'età, la respirazione e la postura.
In un secondo momento l'esperto, a seconda del caso, consiglierà la strategia terapeutica migliore che consiste in differenti approcci:
- protocollo chinesiterapico;
- rieducazione perianale;
- elettrostimolazione;
- biofeedback.
Ogni opzione curativa deve essere associata a
una terapia comportamentale attraverso cui il professionista illustrerà all'assistita quali sono le norme da adottare e quali, invece, quelle da cestinare per poter mantenere il pavimento pelvico in salute.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.