Ecco come i drink riducono la capacità del cervello

Un eccessivo consumo di alcol potrebbe far invecchiare precocemente il nostro cervello: ecco cosa hanno scoperto i ricercatori sui drink e quali sono i loro effetti

Ecco come i drink riducono la capacità del cervello

A giovanissimi, meno giovani e anziani piace bere: dal vino ai cocktail alle birre, i drink fanno parte delle tradizioni italiane che si consumano dall'orario aperitivo fino a tarda notte. Un loro abuso, però, non solo può far incorrere nei rischi già noti di ubriacatura e ciò che ne consegue, ma può avere un impatto diretto anche sul cervello.

Cosa dice lo studio

La scoperta è stata fatta da alcuni ricercatori americani che si sono soffermati alle conseguenze dirette di chi beve spesso e volentieri. Il lavoro è pubblicato su Nature Communications: sulla loro introduzione hanno scritto che il consumo eccessivo di alcol è stato associato ad "atrofia cerebrale, perdita neuronale e minore integrità della fibra della sostanza bianca" anche se "ci sono prove contrastanti sul fatto che il consumo di alcol da leggero a moderato mostri associazioni negative simili con la struttura del cervello". Nello studio sono stati presi in esame 36.678 partecipanti (52,8% donne): è stato osservato che passare da zero alcol a mezzo bicchiere di vino o di birra non faceva la differenza mentre, coloro i quali consumavano anche due o più bicchieri di alcol ogni giorno sono andati incontro a una riduzione del volume del cervello come se si fosse invecchiati di un paio di anni.

"Più si beve, più si peggiora"

Più si consumano bevande alcoliche e più il cervello in qualche modo regredisce: due bottiglie di birra, ad esempio, provocherebbero un restringimento uguale a tre anni e mezzo in più di età. Il nesso causa-effetto, secondo gli esperti, è evidente anche se non è lineare ma "peggiora più bevi" ha spiegato al Messaggero Remi Daviet, co-autore della ricerca e professore all'Università del Wisconsin-Madison. Se è vero che la ricerca ha messo in risalto cosa accade con un consumo medio, "siamo curiosi di sapere se bere una birra al giorno sia meglio che non berne nessuna durante la settimana per poi consumarne sette nel weekend" – ha aggiunto Gideon Nave, altro co-autore dello studio e membro dell'Università della Pennsylvania. Alcuni indizi affermano che, ubriacarsi, peggiori notevolmente le capacità a lungo termine del cervello ma sono necessarie ulteriori prove deterministiche.

Questi risultati sono conservati in un'enorme biobank così da poter essere utilizzati per trovare altre correlazioni tra l'usura cerebrale e il consumo alcolico e poter definire un nesso causale rispetto alla correlazione. "Potremmo essere in grado di esaminare questi effetti nel tempo e, insieme alla genetica, districarci tra le relazioni causali", ha aggiunto Nave, secondo il quale alcune prove schiaccianti mostrano come bere tanto abbia effetti esponenzialmente negativi sul cervello. Lo studio non mette in risalto una concetto del tutto nuovo: la comunità scientifica ha più volte affermato come non si debbano superare, per tenere in forma la materia grigia, più di due drink al giorno per gli uomini e uno per le donne. In questo modo, però, dovrebbero essere rivisti al ribasso anche questi numeri.

Cosa significano i dati

"Lavorare su un set di dati di questo tipo è come avere un microscopio o un telescopio con un obiettivo più potente" ha spiegato a Repubblica un altro autore, sottolineando che si possono analizzare schemi e "fare associazioni che prima non erano possibili". Ha detto la sua anche il prof. Emanuel Scafato, direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità.

"Se un bicchiere di birra o di vino si smaltisce in 2-3 ore (è questo il tempo che ci vuole per metabolizzare quella quantità di alcol ed espellerla) bevendo un secondo o un terzo drink a stretto giro, continuerà a circolare per 2 o 3 ore una quantità di alcol libero, non metabolizzato". L'alcol "erode" le cellule nervose ed è collegata alla riduzione del volume del cervello: ecco perché è comunque importante bere con parsimonia in attesa di nuove evidenze scientifiche.

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