Libroterapia, così i libri migliorano il benessere psicofisico

Si tratta di una metodologia psicologica, nata nel 1937, con lo scopo di raggiungere o di ritrovare il benessere psicofisico attraverso la lettura

Libroterapia, così i libri migliorano il benessere psicofisico

Nessuno meglio di Kafka, con semplici ma potenti parole, è riuscito a descrivere meglio la grandezza della cosiddetta libroterapia: "Un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi". Nota anche come "biblioterapia", si tratta di una metodologia psicologica che si prefigge lo scopo di raggiungere o di ritrovare il benessere psicofisico attraverso la lettura.

Perdersi fra le pagine, condividere con il libroterapeuta o con un gruppo di partecipanti il senso personale che ad esse si è attribuito, significa compiere un vero e proprio percorso psicoterapeutico o un cammino verso l'acquisizione di empowerment. Perché i libri, oltre a fungere da casse di risonanza delle nostre emozioni, assomigliano a specchi attraverso cui è possibile vedere riflessa la propria interiorità e l'anima del mondo circostante. Una specie di continuo dialogo, dunque, tra il dentro e il fuori. Una voce guida, un faro che rischiara anche le notti più buie e tempestose.

Libroterapia, un po' di storia

Libroterapia storia

Le radici della libroterapia affondano nell'antica Grecia. Aristotele, ad esempio, ma anche altri pensatori, credeva negli effetti curativi della letteratura. Anche i romani riconobbero l'esistenza di un rapporto tra la medicina e la lettura, connubio questo che si intensificò nel XVIII secolo quando, in Europa, le biblioteche entrarono a far parte degli ospedali psichiatrici.

Ufficialmente, però, la libroterapia nacque nel 1937. Fu in quell'anno, infatti, che il noto psichiatra W.C.Menninger, dopo aver prescritto ai pazienti della clinica in cui lavorava la lettura di romanzi nell'ambito del trattamento di vari disturbi psichici e constatati i benefici ottenuti, inserì questa metodologia nei suoi trattati di psichiatria. A differenza dell'Italia dove non è ancora riconosciuta la figura del libroterapeuta, la libroterapia è molto diffusa negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove numerosi studi, prodotti anche in ambito accademico internazionale, hanno attestato la validità del trattamento.

Libroterapia, il ponte verso l'altrove che è dentro di sé

Libroterapia

Tutti prima o poi vengono visitati da momenti di smarrimento: la frenesia del quotidiano, la mancanza di tempo da dedicare a sé stessi, le ansie che bussano a una porta inevitabilmente aperta. Un rimedio esiste ed ha il profumo della carta. Negli ultimi decenni la libroterapia si è consolidata per i suoi effetti nei vissuti di integrazione e di crescita di sé delle persone che l'hanno fatta propria.

In ambito terapeutico il libro ricopre il ruolo di "luogo condiviso" tra il paziente e il medico. Il volume viene letto una volta usciti dallo studio dello psicoterapeuta, ma non fuori dal contesto di terapia. In chiave simbolica, dunque, esso diventa "un altro luogo", un viaggio alla scoperta dell'altrove che rifulge dentro di sé.

Uno psicologo che si occupa di lettura prende in esame i processi emotivi coinvolti nella relazione con il suo assistito. Si parte, così, dalle esperienze individuali per poi approdare ai contributi che la lettura è in grado di offrire all'analisi delle differenti dimensioni psicologiche: cognitiva, emotiva e sociale. Le storie che leggiamo, ci leggono. Esse migliorano le nostre capacità di adattamento, di crescita e di cambiamento. Oltre a ciò, la libroterapia è efficace per lenire i disturbi legati alla sfera dell'umore, come la depressione e l'ansia.

La lettura di quali libri contempla questa metodologia? Dalle poesie ai romanzi, non esistono volumi adatti o con "effetti collaterali". Ciò che conta è che il libro, scelto in relazione al singolo e ai suoi vissuti, inneschi un processo di riflessione e di esplorazione del proprio mondo interiore.

Libroterapia, perché leggere fa bene?

Libroterapia

La libroterapia scioglie i

nodi, ammansisce le ombre, traccia percorsi illuminati. Ma cosa succede davvero nella mente quando si legge un libro? A questo quesito ha cercato di rispondere uno studio proposto da Open Education Database.

  • Scattiamo in automatico istantanee visive: la mente immortala foto di oggetti e luoghi descritti fra le pagine. Ciò consente al lettore di rifugiarsi in un mondo a parte, creato esclusivamente dal cervello;
  • ascoltare le parole mette in moto il cervello;
  • leggere esperienze equivale a viverle;
  • diversi tipi di lettura stimolano meglio il cervello: lo confermano alcuni ricercatori della Stanford University;
  • leggere in lingua aiuta il cervello a crescere: indagini effettuate su un gruppo di studenti hanno rilevato che, dopo uno studio intensivo di tre mesi, si è verificato un importante miglioramento dell'ippocampo e della loro corteccia cerebrale;
  • il cervello si adatta in sette giorni alla lettura degli e-book;
  • la struttura della storia aiuta a pensare meglio;
  • leggere cambia la struttura del cervello;
  • la lettura sviluppa l'empatia.
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