Nell'elegante assurdità dell'alta moda francese esiste una cosa tanto fondamentale quanto invisibile ai più che si chiama “Toile à patròn”, ovvero la tela bianca (in genere è mussola secondo i casi più o meno leggera) su cui i couturier studiano caduta e volume di ogni nuovo modello. Dopo questo primo passaggio si usano i materiali prescelti: tessuti, pellami, pizzi e ricami d'ogni tipo per costruire degli autentici capolavori da indossare. Il designer americano Thom Browne ha dedicato alla toile l'intera collezione uomo e donna in passerella l'altra sera a Parigi sotto gli stucchi Belle Epoque del Musée des Arts Décoratìf coperti da chilometri di mussola bianco-lana. Visto che siamo a pochi giorni dall'inizio delle Olimpiadi, lo show è cominciato con 16 atleti in divisa da parata (gonna a pieghe tipo kilt e blazer d'ordinanza) che si sono cimentati nel tiro alla fune sotto gli occhi divertiti di Serena Williams. Quest'ultima sfoggiava la classica borsa a forma di bassotto che il designer ha creato anni fa all'arrivo del suo adorato cane Hector. Poi in passerella è comparsa una sorta di dea dello sport in peplo e alloro in testa seguita a ruota da modelle e modelli vestiti con tutto ciò che piace a Thom Browne inteso come pantaloni corti per uomo in qualsiasi stagione, giacchette piuttosto piccole e gonne a pieghe asimmetriche per uomini e donne, severe redingote dal taglio impeccabile e grandi cardigan sportivi. Il tutto in mussola bianca, ovvero la Toile, ma con il classico bordino che ormai è l'etichetta di Browne: una striscia in gros grain as righe bianche, rosse e blu come la bandiera americana. Ai francesi piace ricordare che la loro bandiera ha gli stessi colori ed è molto più antica di quella a stelle e strisce, ma al designer stavolta piaceva trasformare un work in progress nell'opera finita e in questo senso ha fatto un bellissimo lavoro. Tra i capi più interessanti due cardigan giganteschi con la toile tagliata a striscioline e poi intrecciata a mano. Stupendo anche il cappotto in paillette bianche e le tre giacche-medaglia con strepitosi ricami in oro, argento e bronzo. Nel complesso una gran belle sfilata con una meravigliosa colonna sonora che partiva dall'inno olimpico e passava per un brano poco conosciuto di Vangelis (il grande musicista greco premio Oscar per la musica di Momenti di gloria) terminando poi nella fanfara di chiusura delle Olimpiadi.

Daniela Fedi
Thom Brownw: la rivincita della Toile

Ci voleva un texano di neanche 40 anni per far rivivere sulle passerelle si Parigi una cosa che gli addetti ai lavori dell'eleganza chiamano “l'esprit Schiap”, ovvero lo spirito ribelle e surreale di Elsa Schiaparelli nel più profondo rispetto dei polizieschi canoni sartoriali dell'alta moda francese. È successo in una sala buia che più buia non si può nei sotterranei dell'hotel particulier Salomon de Rotschild nel IX arrondissement. “Volevo esplorare la bellezza senza tempo di certe lavorazioni” ha detto il designer subito dopo lo show applaudito tra l'altro da una statua vivente come Roberto Bolle e da due tenniste di classe come Maria Sharapova e Venus Williams.Ecco quindi gli straordinari volant a dischi, le spalle gigantesche interamente ricoperte di piume d'oro o d'argento, i corsetti da cui letteralmente sbocciano gonne lussureggianti e strascichi senza fine. Per una volta mancano gli abiti belli e impossibili di cui Roseberry è l'indiscusso maestro: da quelli fatti con teste di tigri e leoni perfettamente riprodotte in 3 D e a grandezza naturale sul modello, alla tuta da mamma aliena con piccolo robot di cristallo e vecchi microchip in braccio della scorsa stagione.Abbondano invece le strepitose costruzioni sartoriali di cui la grande Schiap era maestra con buona pace di Coco Chanel che la definiva con tono sprezzante “L'italienne”. Lei se ne infischiava e rispondeva che non ci si può fidare di una donna che entra al Ritz dalla porta di servizio. Ma tra le due eterne rivali aveva perfettamente ragione Salvador Dalì che diceva: “Nessuno sa come si dice Schiaparelli, ma tutti sanno cosa significa”. Oggi significa abiti fatti perfettamente con accessori sublimi e il giusto pizzico di follia che ci vuole nel marchio che ha lanciato e sostenuto il surrealismo.

Daniela Fedi
Daniel Roseberry riscrive la storia dell'alta moda per Schiaparelli

“La cosa fondamentale è come ti senti nel vestito”, dice Maria Grazia Chiuri popo prima di far sfilare con l'alta moda Dior per il prossimo inverno un incredibile studio sulla fisicità.A pochi giorni dalle Olimpiadi che stanno trasformando Psrigi in un vero e proprio inferno, la bravissima designer romana indaga sul rapporto dell'abito con il corpo e con la performance. Inevitabile partire dai materiali ovvero dal jersey che essendo bi elastico consente ogni tipo di movimento ma che in genere non viene pieghettato e per sua natura non consente le classiche costruzioni sartoriali dell'alta moda. Da qui l'idea dei drappeggi che appartengono più al vocabolario creativo di Madame Gres che a quello di Monsieur Dior.Chiuri trova la quadra nel vestito-simbolo dei giochi olimpici: il peplo greco. Ne fa tantissimi, uno più bello dell'altro, fatti apposta per donare ai corpi perfetti di atleti e modelle, ma anche a quelli meno scolpiti delle donne normali. Sotto c'+ quasi sempre un corsetto-capolavoro fatto con un ricamo a mosaico in vetro e acrilico riciclato. Se quest'ultimo è pieno dei doviziosi colori delle vetrate delle cattedrali, i pepli sono quasi sempre bianchi con sfumature argentate o dorate. Il punto focale della sensualità diventa la schiena quasi sempre scoperta e comunque incorniciata da una teoria infinita di pieghe e plissettature. Belli da fermare un orologio i due cappotti interamente coperti di ricamo-mosaico. E davvero incredibile il set della sfilata decorato dalle mastodontiche figure degli sportivi nel momento più bello del loro gesto atletico realizzati a mosaico in India secondo lo stile di Faith Ringgold, l'artista e attivista afroamericana scomparsa lo scorso aprile.

Daniela Fedi
Con Maria Grazia Chiuri l'alta moda di Dior abbraccia tutti i corpi

Le collezioni Primavera-estate 2025. Armani si ispira alle grandi praterie in cui cavalcare liberamente, Fendi punta sulla "sua" Roma

Redazione
Moda uomo a Milano

Moda e bridal tornano in scena da questo venerdì 5 a domenica 8 aprile all’Allianz MiCo Milano con oltre 200 brand provenienti da 25 Paesi. Tutte le novità e le tendenze per il 2025. Debuttano l'area dedicata al "total look" e quella agli abiti per gli eventi speciali. Un "salotto" dedicato alla formazione. La sfida della sostenibilità e dell'upcycling

Alberto Taliani
Sì Sposaitalia, collezioni fashion per il nuovo stile del matrimonio
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica