Una perizia fonica scagioca un ex assessore finito ai domiciliari in un'inchiesta di mafia
C'è chi drammatizza e chi ironizza. L'incriminazione di Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, nel pieno della crisi di governo, è di sicuro un fatto di grande rilevanza, un'ingerenza della magistratura nella vita politica.
Anche un orologio rotto segna l'ora esatta due volte al giorno, diceva Winston Churchill. Quello della giustizia non si ferma mai, eppure il timing di certe inchieste stupisce sempre, soprattutto se chi dovrebbe respingere al mittente l'idea dell'entrata a gamba tesa delle toghe nella politica
Puntuale come la morte nei momenti di svolta la magistratura entra a piedi pari sugli stinchi della politica.
I "costruttori" dati per certi dal premier non ci sono Dibba e Di Maio aprono la questione morale e stoppano i centristi in bilico. Per "salvare" in Senato Bonafede mancano ancora due voti. I dubbi Pd
I grillini lo adorano ma ora qualcuno teme che abbia fatto un guaio
Cesa è il più corteggiato dalla maggioranza. Ma finora ha resistito
L'ex capo politico avverte: "Nessun dialogo con chi è indagato per mafia"
Il leader Udc in un'inchiesta di 'ndrangheta per una cena del 2017 con un imprenditore. Si dimette da segretario del partito ma si difende: "Sono totalmente estraneo ai fatti"